Bambini: come comunicare con loro

Lunedì 16 Dicembre 2013

Ne ho già parlato qualche settimana fa, durante un incontro con uno psicologo organizzato dalla scuola che frequenta la mia seienne, si è parlato di comunicazione e del lungo viaggio che compiono questi piccoli ometti di domani prima di diventare grandi. Noi genitori abbiamo un ruolo centrale in questa loro crescita. E’ ovvio. Ma la cosa mi mette lo stesso una certa ansia.

Quello che insegno oggi ai miei figli, i valori che sono in grado di trasmettere loro saranno la base su cui si poseranno le fondamenta degli adulti che saranno. Ma come si fa a comunicare con i bambini? Quali sono le regole da seguire perchè la comunicazione con loro sia più efficace possibile?

Ad una serata organizzata dalla scuola elementare, ci hanno spiegato quali sono le regole per riuscire a farci capire dai nostri bambini.

Poche regole, ma chiare. E’ una cosa ovvia ma è sempre bene tenerla presente. E’ inutile dare tante regole complicate.

Premiate i loro traguardi ed evitare le etichette. I traguardi che raggiungono sono importanti, tutti! Ogni loro piccolo pacco avanti deve essere premiato. Ma non parlo di premi materiali, una lode, un abbraccio, un momento speciale con mamma e papà. Le etichette, invece, rischiano di diventare giustificazioni per le loro azioni. Quindi se un bambino viene “etichettato” come pigro si sentirà autorizzato a comportarsi da pigro. Stesso discorso se viene etichettato come “agitato” o peggio “violento”;

Bisogna comunicare con loro il più possibile. Essere rassicuranti ma fermi. Non cedere dalle proprie posizioni. Ma piuttosto anticipare le loro obiezioni. (ad esempio, è sera, siete stanche, è l’ora della televisione e già vi sale l’ansia al pensiero dei capricci che ci saranno quando la televisione verrà spenta? Potete anticipare le loro obiezioni dicendo “questa sera che ne dite di guardare un cartone animato lungo invece che il solito corto?”)

Abituateli a decidere da soli. E se vestendosi abbinano strisce verdi a pallini rossi, pazienza. Sorridete e complimentatevi con loro!

Create occasioni di libertà controllata. Ci sono un sacco di posti in cui i bambini possono stare da soli senza pericoli: al parco, dove noi possiamo sederci su una panchina un po’ defilata, in palestra, dove il confronto con i coetanei rappresenta un importante stimolo di crescita, un laboratorio a cui partecipare senza genitori... Le occasioni ci vengono offerte ogni giorno, basta coglierle.

Lasciate che facciano da soli e abituateli a superare le difficoltà, come dire, non correte in loro aiuto appena chiamano. Date loro i mezzi per superare da soli le difficoltà. Lo conoscere vero il detto: “Non regalate un pesce ad un uomo, ma insegnategli a pescare”.

Date loro degli obiettivi che siano ottimali. Non troppo semplici (in quel caso non rappresentano una sfida) ma neanche troppo difficili: se non possono raggiungere l’obiettivo potrebbero demoralizzarsi.

Non prenderte in giro le loro paure, ma aiutateli a superarle.

Le punizioni (è si, toccano anche quelle a volte) devono essere chiare, adeguate (non facciamoci prendere dal nervosismo, non serve a nulla se non a farci sentire in colpa in un secondo momento) il più possibile immediate. E’ inutile punire un bambino per una cosa che ha fatto 3 ore prima, a volte non si può fare altrimenti, ma in quel caso la punizione perde di efficacia.

• Importantissimo: ASCOLTATE I VOSTRI BAMBINI! Prestate loro l’attenzione che meritano. Se siete distratti mentre vi raccontano le loro cose, se ne accorgono.

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.