Capricci: come affrontarli e sopravvivere
Presente quelle giornate in qui guardate vostro figlio e pensate: no, deve esserci stato uno scambio durante la notte. Questo qui non è lo stesso bambino che quando è andato a dormire ieri sera mi ha dato un bacio e mi ha abbracciato forte forte dicendo “ti voglio bene mamma!”
La mattina è cominciata con il piede sbagliato: prima non voleva alzarsi dal letto, poi ha pianto perché erano finite quelle brioches che non mangia mai, ma che questa mattina ha deciso che voleva. Poi la banana traditrice si è spaccata in 2 mentre la sbucciavo, scatenando una nuova ondata di pianto carico di frustrazione.
Poi la maglietta rossa con i supereroi che tanto gli piace è sporca nel cestello della lavatrice...
Insomma: sono 20 minuti che Samuel piange per una serie di motivi del tutto irrilevanti (lo so che sono irrilevanti, ieri lo erano, oggi perché no?) e non sono neanche le 7.15 di mattina. Che fare? In questi casi, lo ammetto, vengo colta da un profondo sconforto (cosa sto sbagliando?) condito con un vago desiderio di fuga (e se me cambiassi paese, stato, identità, sesso?). Poi mi dico che di passiamo tutte, e che quindi possiamo sopravvivere ai capricci dei nostri figli.
La cosa peggiore infatti è quel pensiero assillante che ci coglie: ma capita solo a me? Preambolo del più disfattista “sono la madre peggiore del mondo”, pensiero che, ammettetelo, tutte voi avete fatto almeno 4-5 volte al giorno.
La cosa rassicurante è che tutti i bambini fanno capricci, è solo che alcuni preferiscono farli in spazi aperti, quando tutti guardano e ascoltano, altri scelgono l’intimità della propria famiglia, ma il risultato non cambia: i capricci, i pianti disperati e le scenate da esorcista ci mandano in crisi profonda.
L’unica cosa da fare in questi casi è affrontare le cose con pazienza e serenità: non è una gara a chi urla più forte. Se avete bisogno di calmare i nervi uscite dalla stanza contate fino a 10-100 –un milione (a seconda dei casi) e vedrete che una soluzione la trovate.
Tutti abbiamo i nostri momenti neri, anche i bambini. A volte si ha solo bisogno di sfogarsi un po’ per recuperare la calma. E soprattutto tenete presente che il pianto di un bambino è una richiesta di aiuto e attenzione.
Per il resto polso fermo:
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avvertiteli per tempo se bisogna uscire: è inutile far tutto di corsa all'ultimo minuto;
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Stessa cosa se bisogna tornare a casa dal parco, da casa dell'amico o da un'altro posto in cui si stanno divertiendo: preparateli al fatto che la giornata sta per concludersi;
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Pianificate insieme le cose da mangiare e magari fatevi aiutare nella preparazione;
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Se dovete afforntare una "situazione a rischio" parlatene con lui prima. Sarà prepararo e (forse) l'affronterà in modo più sereno.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.