Associazione Prima, un aiuto per tutte le donne

Sabato 26 Aprile 2014

Cecilia ha gli occhi grandi, un sorriso di quelli che ti mettono a tuo agio e modi di fare gentili. Mi racconta i motivi che l’hanno spinta a tornare in Italia dopo aver vissuto e lavorato negli ultimi anni tra Francia e Inghilterra, in un periodo in cui tanti dottori giovani come lei, invece, fuggono all’estero. La dottoressa Fusco è psichiatra e psicoterapeuta, e mentre mio figlio semi-sdentato ci gattona intorno mi spiega quali sono i suoi progetti ora che è tornata nella sua patria.

Innanzitutto c’è PRIMA, “un’associazione socio sanitaria composta da psichiatre e psicoterapeute che si occupa di programmi di prevenzione nell’ambito dei momenti di cambiamento importanti per la vita di una donna e della coppia”.

Ad esempio?

“Le nostre aree di interesse sono principalmente il matrimonio, il periodo perinatale (cioè dall’inizio della gravidanza fino al compimento del primo anno di vita del bambino) e la separazione”.

La mia mente non può che correre a quello che ho provato nei mesi precedenti il matrimonio e il parto, a quante paure si sono alternate a rischiosi momenti di tensione tra me e mio marito, sommandosi a attimi di gioia sfrenata e tante domande. Sarebbe impossibile raccontare anche gli sbalzi d’umore, le lacrime di gioia e timore che si sono susseguiti nell’ultimo anno, ovvero da quando è nato mio figlio.

Qualunque donna abbia vissuto anche solo una di queste fasi sa di cosa sto parlando.

“L’idea dell’associazione è nata in Inghilterra”, continua la dottoressa Fusco, “dove vivevamo e lavoravamo sia io che la collega e grande amica con cui ho fatto nascere e portato avanti il progetto. Insieme ci siamo rese conto di quanto in Inghilterra, se da una parte esiste molto meno interesse per la medicina e la cura del corpo in generale, dall’altra fioccano i programmi di informazione e sostegno, specialmente nell’ambito degli aspetti psichici legati alla maternità.

Ricordo che mi colpì molto l’attenzione alla multidisciplinarietà in quest’ambito: noi psichiatri non solo ci occupavamo delle nostre pazienti dal punto di vista farmacologico ma eravamo anche in contatto con le ostetriche, le associazioni di mamme e i cosiddetti “children centre”, centri su base territoriale che organizzano gruppi per le neomamme fin dai primi giorni di vita del neonato”.

E qui, come di frequente accade, scatta un po’ della mia invidia verso gli anglosassoni. Ok, è il mio punto debole, chi mi conosce sa benissimo della mia ossessione tutta UK. Andiamo avanti.

“Molte mamme italiane lamentano proprio il fatto che se durante la gravidanza si è iperseguite e monitorate, esiste ben poca attenzione invece verso quello che succede dopo il parto”.

Come state lavorando?

“I progetti in corso al momento sono: “Pronti, partenza, via!”, un corso prematrimoniale dedicato a tutte le coppie per pensare insieme alle motivazioni che hanno portato alla decisione di sposarsi, le difficoltà che si potrebbero incontrare, e anche per divertirsi a personalizzare il proprio matrimonio.

Il corso consiste in un pacchetto di incontri personalizzato più due incontri di gruppo per affrontare temi generali come i problemi legali e medici.

Poi c’è “parlano le mamme”, un blog che da spazio alle mamme per descrivere la propria esperienza di maternità.

Stiamo inoltre lavorando a una serie di seminari rivolti alle neomamme e alle future mamme per parlare del baby blues e della depressione post-parto.

Dal punto di vista ambulatoriale, invece, forniamo il servizio di psichiatria perinatale, ovvero forniamo consulenza psichiatrica prima, durante e dopo la gravidanza a donne che soffrono di disturbi psichici e che hanno bisogno di essere seguite farmacologicamente e psicoterapeuticamente durante gravidanza e allattamento.

Inoltre forniamo un servizio di sostegno alla cogenitorialità alle coppie con figli che decidono di separarsi, aiutiamo i coniugi ad accordarsi nella gestione dei figli in questo delicatissimo e doloroso momento della vita”.

Personalmente credo che tante donne (quasi tutte?) abbiano bisogno di aiuto in certe fasi della vita, molte più donne di quelle che poi effettivamente chiederanno una mano a qualcuno e questo è un peccato. Permetterebbe di avere in giro mogli, madri e persone migliori, più serene. Oppure spesso noi donne corriamo, corriamo, corriamo così forte verso la meta, i doveri, gli obiettivi, da non avere tempo per riflettere su quei piccoli grandi buchi neri che a volte ci esplodono dentro, quasi senza fare rumore. Se non più tardi, quando fa più male.

Per avere maggiori informazioni e rivolgersi a PRIMA, basta scrivere a: associazione prima@gmail.com o visitare il sito www.associazioneprima.wordpress.com. Per le più “social”, poi, PRIMA è anche su twitter: @ass_prima.


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