Due famiglie... la vedete la differenza?
"Veronica Barsotti, 33enne dal cespo di capelli rosso e sconvolto. Nella vita scrive (un po' ovunque): è copywriter, imbrattafogli 2.0 e blogger di fuorilogo."
Ho conosciuto Veronica per caso, mi sono imbattuta in un post del suo blog e ho sentito subito una forte affinità con una mamma che, come me, si fa dei veri e propri romanzi a puntate in testa. Chiacchierando con lei è nato questo articolo: 2 mamme, 2 famiglie che raccontano la propria quotidianità.
Ora siete una coppia. Come vi siete conosciuti?
A. Io e L. ci siamo conosciuti in tempi non sospetti; 5 anni prima di finire insieme. Come in tutte le classiche storie l'amore è nato da una fortissima antipatia. Giravamo nella stessa compagnia, prima, come dicevo, l'antipatia poi è nata l’amicizia e infine l’amore. In pochi mesi siamo andati a vivere insieme, abbiamo comprato casa e è nata la nostra famiglia.
B. Ci siamo conosciut@ tramite un'amica comune. Abbiamo iniziato a chiacchierare su Facebook, scoprendo di avere molte cose in comune. Soprattutto come “modus” di ragionare, di avere le stesse priorità nella vita, gli stessi modelli educativi per quanto riguardava la crescita dei figli. Poi, stanca della conoscenza virtuale, mi sono autoinvitata a casa sua con i miei figli. L'amicizia si è rinsaldata, era la persona che avevo sempre sognato dopo tante delusioni. E così, l'amicizia – pian piano, si è trasformata in amore e in voglia di condividere la quotidianità e la vita.
Raccontateci una vostra giornata tipo.
A. La sveglia per me è sempre un trauma. Fino a che non ho preso il caffè le mie funzioni vitali sono ridotte al minimo. Dopo la colazione c'è il giro di “consegna” a scuola. Non manca niente: ne abbiamo una all'asilo, una alle elementari e uno alle medie. Direi che non ci annoiamo. Poi torniamo a casa. Io, se non sono in giro per docenze, lavoro da casa. Questo fino all'ora di riprendere tutti ad orari diversi. Chi pranza a casa, chi a scuola. Il pomeriggio compiti, sport, amichetti, merenda, fare la spesa e cucinare la cena. Per fortuna la sera vanno a letto presto. Così riusciamo a concederci un po' di relax di coppia: un film, un libro, un bicchiere di vino. Purtroppo non quanto vorremmo, la stanchezza è tale che la palpebra cala subito e a volte mi capita di lavorare anche dopo cena.
B. Adoro dormire e lavoro da casa, quindi, se i bambini non decidono diversamente, L. si sveglia prima di me e prepara la caffè.
Io comincio a connettere intorno alle 9.00 (e sono di pessimo umore fino a mezzogiorno circa), Gaia inizia a parlare ancora prima di aprire gli occhi, Samuel si sveglia saltellando e urlando, L. è capace di guardare fuori dalla finestra e dire “quasi quasi vado a fare una corsa prima di andare al lavoro”, cosa che mi fa dubitare sulla sua sanità mentale. Insomma siamo una famiglia variegata.
Durante l'anno di solito è L. che porta i bambini a scuola intanto che io sistemo casa e lavoro. Il bello e il brutto di lavorare da casa è che non sei mai pienamente concentrata su nulla: un po’ si lavora, poi si carica la lavatrice, si pensa al pranzo e alla cena e si cerca di trovare il tempo per una spesa.
Poi ci si organizza intorno ai turni di lavoro di L. se lavora la mattina alle 15.00 è a casa e passiamo il resto della giornata insieme. Si vanno a prendere i bimbi a scuola e poi parco se il tempo regge oppure si fa qualcosa in casa o con gli amici.
E una giornata di vacanza invece?
A. In vacanza i ritmi li dettano i bambini e a loro tanto fa svegliarsi alle 7.00 saltando sul nostro letto che dormire fino alle 9.00. Se la giornata è bella si parte per il lago o la montagna: pranzo al sacco, e via. Se invece si sta a casa inizio a pensare al pranzo appena i miei neuroni iniziano a lavorare. I bambini stanno passando una fase meravigliosa in cui giocano tantissimo insieme, quindi stare a casa non è più pesante come un tempo. Riusciamo anche a sederci insieme sul divano a farci le coccole. Per circa 3 minuti e mezzo prima di dover sedare l’ennesima litigata.
B. La giornata di vacanza è piuttosto anarchica. Chi prima si sveglia provvede per sé. Scendono, si fanno la colazione e vanno a giocare nelle loro camere o in giardino. Sempre che non ci sia da andare da qualche parte. Interagiscono molto tra di loro: litigano spesso, ma si cercano altrettanto per giocare.
Raccontaci un risveglio in famiglia.
A. Sveglia alle 6,45. Essendo in cinque abbiamo elaborato una “procedura” standard per le giornate scolastiche. I più grandi si lavano, si vestono, scendono in cucina e apparecchiano per la colazione. Io o XXX scendiamo a mettere su il caffè e versare il succo di frutta per i bambini. Nel frattempo, il bagno si è liberato e alle 7,20 siamo tutti seduti a fare colazione. Poi, una corsa a lavare i denti, prendere gli zaini, infilare le scarpe e si esce. Abbiamo istituito la “colazione al bar” il mercoledì, come escamotage per rompere la routine. Come si sbrigano in quel caso! Sono velocissimi a preparasi.
B. Ogni mattina uno dei nostri 2 gatti si piazza sul letto in attesa di un movimento. Il primo che da segni di risveglio è perduto: si ritrova un gatto che miagola nelle orecchie. Se non sono i gatti sono i bambini che saltano sul letto. Hanno 2 differenti stili per svegliarci e ancora non abbiamo capito quale sia più letale: Gaia tende ad alitare in faccia alle persone mentre Samuel si esibisce in veri e propri placcaggi con annessa gomitata nello stomaco.
La colazione è un incognita: chi si alza prima prepara il caffè, i bambini non hanno una colazione tipo, stamattina Sam ha mangiato Philadelphia e mirtilli, Gaia latte e biscotti.
Abbiamo un bagno solo e questo è il nostro dramma, dopo aver urlato per 4575565444,6 volte ai bambini di prepararsi sono pronti per uscire di casa.
E la buonanotte invece?
A. La sera si guardano i cartoni tutti insieme sul divano (si insomma i piccoli guardano i cartoni, i grandi leggono), poi bagno e gara tra L. e i bambini per chi arriva prima in cameretta. Qui leggiamo una storia sul letto e si spengono le luci. Sono bravi e si addormentano da soli anche se ci alziamo una media di 15 volte perché a turno:
- devono tornare in bagno
- hanno finito l’acqua e hanno sete
- il gatto è rimasto chiuso in camera e vuole uscire
- ci siamo dimenticati un ultimo bacino.
B. Dopo “n” richiami per mandarli a lavarsi e a mettersi il pigiama s'infilano tutti e 3 nel lettone per una storiella della “buonanotte”, dopo di che, proseguono le loro letture nelle rispettive camere. La più piccola dorme quasi subito.
Chi cucina in famiglia?
A. Cuciniamo entrambi, solo cose diverse. Io mi occupo di pane, pizza, piadine, pasta, focaccia... praticamente sono carboidrato dipendente. L. invece è più il genere “Carne, pesce e cose salutari”. L. accusa la mia cucina di essere un insieme di grassi, io rispondo che non accetto critiche da chi considera un petto di pollo alla piastra un buon pranzetto. In tutto questo Samuel mangia solo gnocchi e Gaia vivrebbe di wurstel e pasta al pesto. L’argomento cucina è fonte di accese discussioni domestiche.
B. Direi che cucinare piace a entramb@, anche se, in genere, cucina chi ha voglia o tempo in quel momento. A volte cuciniamo tutti insieme. Ma rimettere a posto dopo è decisamente una tragedia.
Chi fa le faccende, di casa, lava la macchina, chi fa i "lavoretti"?
A. Eh. Tasto dolente. Le faccende di casa proprio le odiamo. Ma, dato che vanno fatte, ci siamo divis@ i compiti: XXX si occupa dei panni (lava, stende e ritira il bucato – noi non stiriamo) e della spesa, io lavo i pavimenti, spazzo e spolvero i mobili. I bambini sono responsabili dell' ordine nelle loro camere e i due grandi anche di pulirla (ovviamente, sotto monitoraggio nostro). I lavoretti di bricolage sono appannaggio quasi esclusivo di XXX, io li detesto! E la macchina chi la lava?! Eh, a dire il vero, stiamo ancora cercando un volontario!
B. L. butta le immondizie, e si che io ero convinta si autoestinguessero da sole. Io pulisco il bagno, il resto funziona a sfinimento: chi si stufa prima di vedere la polvere in casa spazza.
In famiglia siamo ferventi sostenitori della teoria secondo la quale la macchina non va lavata. Ma visto che entrambe le volte che siamo venuti meno al nostro credo sono stata io a pulirla, posso dire di essere l’addetta alla pulizia del nostro mezzo si trasporto. Per quanto riguarda i “lavoretti” senza L. sarei perduta. Non riuscirei a piantare un chiodo per appendere un quadro, figuriamoci una mensola.
Qualche volta ha risposto prima Veronica, altre volte ho risposto prima io. 2 famiglie una composta da 2 mamme e 3 bambini, un'altra composta da una mamma, un papà e 2 bambini, voi vedete differenze? Io no.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.