Bagni pubblici con i bambini: istruzioni per l'uso

Mercoledì 17 Settembre 2014

"Mamma mi scappa la pipì" mai parole proferite dalla bocca di un bambino scatenano attacchi di ansia in una mamma quanto queste. Capiamoci: finché i bambini sono piccoli perché poi vengono surclassate da "mamma non mi è ancora venuto il ciclo" o "Mamma vieni a prendermi che mi hanno sequestrato il motorino". Ma non pensiamoci: ancora sono piccoli.

Solitamente la lunghezza di una fila in un bagno pubblico è proporzionale alla fretta di un bambino: e un bambino ha sempre fretta di andare in bagno, non rientra solitamente tra le sue attività preferite quindi finché è possibile viene posticipata.

A questo punto scrutate con attenzione i visi delle persone che vi precedono che, appena si accorgono che con te c'è un bambino, si mostrano particolarmente interessanti al soffitto: non  vogliono farsi impietosire e perdere la loro posizione.

Cosa ci facciano certe donne dentro un bagno rimane un mistero: tu nel tempo in cui stanno chiuse dentro riusciresti senza problemi a fare una doccia, lavarti i denti e pulire le superfici solide, cosa che non è, ti appare chiaro che devono essere passate ore (e orde di unni con problemi intestinali) dall'ultima volta che il bagno è stato pulito.

Però ci sei riuscita: hai impietosito un paio di persone (sospetti che l'aver urlato "No amore non puoi fare la cacca qui" deve aver dato un significativo contributo) e sei riuscira a guadagnare un bagno! 

Entri e chiudi la porta. Non fai in tempo a dire "Non toccare nulla" che tuo figlio ha già messo le mani ovunque. E' incredibile come frasi apparentemente semplici come "Rischi l'ebola solo a camminare qui dentro, levita se possibile" alle loro orecchie suonino come un "amore hai già provato a leccare anche li?" hai pronti 3 vasetti di disinfettante e stai già prendendo nota di dare alle fiamme i suoi vestiti non appena varcherete la soglia di casa. 

Per le mamme di maschietti i problemi sono relativi: poter fare la pipì stando in piedi è un vantaggio enorme. In piedi in equilibrio sulla tazza e ai risolto tutti i tuoi problemi.

Le cose si complicano per le femmine. Il problema divernta insormontabile se la femmina in questione è vestita con calze, gonna a balze, trine e laccetti pendenti.

Guardi la tazza con sgomento: è posizionata ad un altezza per giganti, tua figlia ci arriverà senza problemi si e no a 18 anni (se potrà vantare una stazza da giocatrice da pallacanestro), mediti di andare alla ricerca di una scala ma tua figlia ti riporta alla realtà: ha fretta!

Vorresti foderare il bordo della tazza con un rotolo di carta igienica, solo che l'unico rotolo disponibile è appoggiato per terra e galleggia su di un liquido di fin troppo chiara origine. Non ce la puoi fare. Controlli nella borsa, hai solo un fazzoletto appallottolato, reperto di un passato raffreddore.

Esibendo doti di equilibrismo nascoste la sollevi, riesci a tenerla in equilibrio sulla tazza, e le intimi di tenersi più sollevata possibile.

Intanto si spegne la luce e cominci a mulinare la testa (le braccia sono momentaneamente occupate a fare altro) sperando che possa bastare per far scattare la fotocellula.

Tua figlia intanto è in tensione, non riesce a fare nulla perché è scomoda e accenna un "Forse non mi scappa".

La guardi, la tentazione di lasciarla e abbandonarla nello scarico è forte ma resisti. "Forza amore, psssssss pssssss... dai che arriva." E arriva. Direttamente sulle sue scarpe.

Ne uscite lei bagnata e tu esausta. E ti dici che la prossima volta non importa: la porterai dietro ad un cespuglio.


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.