La convention di Baby Bazar da mamma in trasferta

Mercoledì 12 Giugno 2013

Diciamoci la verità: il sogno di ogni donna sposata con prole non è un focoso amante (Dio ce ne scampi un marito da tenere a bada è più che sufficiente) e neanche un diamante (con quello mica ci pulisci casa). Non è nemmeno una colf (beh dai... forse quella si.). Uno dei sogni proibiti di una donna con prole al seguito è: una intera nottata fuori casa.

Non una giornata (quando capita poi la mente torna costantemente al "cosa potrei preparare per cena?") e neanche una serata ("speriamo di non aver figli che saltano sul letto domani mattina alle 5.30"). Ma una intera giornata, 24 ore o più per sentirsi di nuovo single.

Con queste premesse in testa mi è stato chiesto, qualche mese fa, di essere presente alla convention di Baby Bazar che si è tenuta lo scorso 9-10 giugno. Potevo non partecipare?

In questi casi c'è solo un piccolo particolare a cui tocca tener conto: cosa ne avrebbe pansato il marito? Avrebbe detto di si? E in caso contrario, era un motivo valido per chiedere il divorzio?

Così simulando disinteresse e con giusto una punta di apprensione ho detto a mio marito: "In giugno ci sarà la convention di Baby Bazar, sarebbere davvero molto importante, per me partecipare. Mi darebbe l'occasione di conoscere tutti, di imparare tante cose nuove e di presentare ufficialmente a tutti i punti vendita il nostro magazine." Pausa ad effetto, sguardo dispiaciuto, occhio languido "il fatto è che dura 2 giorno per te sarebbe un problema insormontabile passare un week end intero da solo con i figli?"

Quello che in realtà intendevo era "Andrò 2 giorni alla convention. Punto."

Ma sono mamma. E in quanto tale, più si avvicinava la data fatidica più mi montavano pensieri nefasti in testa: Potevo lasciare i miei figli da soli? Mio marito se la sarebbe cavata? E se succede qualcosa mentre non ci sono? Il catastrofismo di una mamma ha la capacità di raggiungere vette inesplorate e i sensi di colpa hanno la capacità di annientare qualsiasi altro pensiero.

Se da una parte l'idea di dormire in una stanza d'albergo e di interagire con persone adulte per 2 intere giornate mi spaventava a morte dall'altra però mi elettrizzava come poco altro.

Capita a noi mamme di dimenticarci che esiste un mondo oltre la maternità. Ci dimentichiamo che c'è stato un periodo (nel mio caso poi, predominante) in cui non avevamo la minima idea di che orario facesse una scuola materna, non conoscevamo a memoria la programmazione di Cartoonito e Rai YoYo e nemmeno il nome di tutti i My little Pony. Non era un periodo migliore e nulla mi potrebbe convincere convincere a tornare indietro: era semplicmente diverso. E è bello, ogni tanto sapere che possiamo tornare a ritagliarci degli spazi che sono solo nostri.

In ogni caso non ho saputo se avrei mai avuto il coraggio di andare fino al momento in cui sono salita sul treno per Verona.

E' stata davvero un'esperienza meravigliosa,  importante per tanti motivi, è stato bello andare, ma ancora più bello tornare dalla mia famiglia (che tra l'altro è sopravvissuta benissimo alla mia assenza), ho imparato molto. E ho imparato qualcosa anche su di me: sono capace di camminare da sola.

Di cosa si è parlato? Vi consiglio una passeggiata sul sito di Alessandro Giuliani, il papà di tutto questo, che ha saputo cogliere l'essenza di queste splendide giornate.

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.