Nulla è più bello di una nuova vita. Il bambino che viene al mondo arriva per volontà dei genitori.
E' pieno di aspettative, desideroso di conoscere i suoi genitori, dare un volto alla voce che ha ascoltato per nove mesi.
E invece... Invece si ritrova ad essere solo con se stesso. A fare i conti con una vita impietosa, a lui sconosciuta, da subito, dal primo vagito.
Un genitore che non riconosce il proprio figlio gli nega il diritto di essere figlio. Qualsiasi ne sia il motivo, che possa essere generato da amore o da inadeguatezza, siamo in ogni caso di fronte ad una vita in bilico, in sospeso, in attesa che un nuovo genitore possa occuparsi di lui, curarlo ed amarlo.
Ed è meraviglioso e importante questo nuovo atto d'amore. Ma se il bambino in questione nascesse con handicap e venisse abbandonato per questo motivo...
Se invece di essere amato in modo incondizionato venisse rifiutato perchè disabile...
Senza la propria identità familiare saranno solo bambini special needs, bambini con bisogni speciali iscritti in liste di adottabilità che rimarrano quasi sempre piene.
Chi sono questi bambini?
I minori che fanno parte delle liste speciali (special needs) vengono classificati secondo quattro categorie:
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Minori che hanno subito gravi traumi o che presentano problemi di comportamento (bambini che hanno subito gravi maltrattamenti o abusi, bambini iperattivi o con disturbi della condotta più gravi).
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Minori con incapacità fisiche e mentali di vario genere.
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Minori con età superiori ai sette anni.
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Fratrie.
Ma che fine fanno i bambini disabili abbandonati alla nascita?
Spesso vengono lasciati in ospedale, non riconosciuti e, essendo un "peso da mollare", vengono resi immediatamente adottabili con la rinuncia della patria podestà da parte del genitore naturale. Spesso, essendo nati con qualche malformazione, vengono lasciati da soli in ospedali in attesa dell' intervento senza il fiato della propria mamma che li tranquillizzi, senza la mano conosciuta che lo accarezzi.
Da subito vengono messi, da soli, faccia a faccia con una vita spietata, dura. Una vita diversa da come l'avevano immaginata, buia e senza colori. Poi, dopo l'intervento, vengono assegnati ad una casa famiglia che se ne occuperà in attesa di una mamma che non forse non arriverà mai. E allora ancora il rifiuto, ancora e ancora.
Ci sono anche genitori, tanti che decidono di adottarli, di amarli a qualsiasi condizione e sempre più spesso, per la verità il più delle volte senza alcun aiuto, nessun supporto delle istituzioni alimentando in questo modo la paura di non essere all’altezza, di non essere in grado di percorrere una strada in salita piena di buche ed ostacoli. Queste sensazioni di paura rischiano di far intraprendere una strada non realmente voluta modificando le intime e sincere intenzioni di adottare un bambino special needs.
Aihmè, la realtà è dura e l’aspirante genitore adottivo spesso si ritrova a scegliere un bambino sano. E allora di fronte all'ennesima scelta che vede loro nuovamente "scartati", gli special need, vedono ancora una volta naufragare il loro sogno più grande, quello di avere una famiglia, quello di essergli riconosciuto il primo diritto d'amore per eccellenza: UNA MAMMA.
Silvia Signoretti
Parte dello staff Baby Bazar, appassionata di web marketing, adoro la vita social online o offline. Nel tempo libero amo stare con gli amici, leggere, ballare, visitare posti nuovi.
Mi appassionano la fotografia, le nuove tecnologie (sono Android addicted) e il buon vino. Qualche anno fa la folgorazione: l'Irlanda. Ne sono rimasta incantata. Sperando di tornarci presto... sogno un cottage in riva al mare! Questo è il mio blog, in cui parlo di marketing e comunicazione per le reti di negozi e i franchising