Tecniche di comunicazione assertiva
L’assertività è la capacità di difendere i propri diritti quando necessario e di esprimere i propri sentimenti con coerenza e lealtà. È uno stile comunicativo e di relazione che porta ad un incremento della propria autostima.
Nasce dall’armonia tra abilità sociali, emozioni e razionalità, senza modificare la personalità del soggetto.Chi adotta un comportamento assertivo tende a collaborare con gli altri, stabilendo relazioni paritarie.
Il comportamento assertivo si basa sulla gestione del conflitto, cercando di individuare soluzioni condivise, e sulla valorizzazione di sé e dell’altro. L’ obiettivo della persona assertiva è cooperare: vincere insieme ed entrambi. Non sacrificare la propria personalità, né prevaricare quella dell’altro. La comunicazione non verbale è caratterizzata da: tono di voce fermo, caldo, ben modulato, sguardo diretto, aperto, franco, atteggiamento rilassato.
La comunicazione assertiva stabilisce una relazione paritaria e permette di comprendersi, valorizzando i reciproci punti di vista. È uno stile comunicativo che permette all’individuo di esprimere le sue opinioni in modo affermativo: si pone come terza opzione tra la modalità passiva e quella aggressiva (entrambe modalità NON affermative).
Nella vita quotidiana, spesso i nostri comportamenti comunicativi non sono assertivi, ma sono caratterizzati da passività oppure da aggressività.
La persona passiva tende a subire gli altri e questo le provoca disagio. Ha difficoltà ad affermare i propri diritti, tende a compiacere gli altri, “catastrofizza” le conseguenze, si colpevolizza per i suoi errori, ha paura della disapprovazione, ha un’elevata ansia sociale.
La persona aggressiva è attenta solo a sé, prevarica gli altri, ha reazioni eccessive ed esplosive, utilizza metodi coercitivi e distruttivi e mortifica la dignità altrui.
A breve termine, sia la modalità passiva che quella aggressiva hanno benefici, ma a lungo termine comportano molti costi. La modalità comunicativa migliore, ovvero quella assertiva, non è una modalità naturale per le persone e quindi bisogna esercitarsi e fare in modo che alcune tecniche diventino per noi naturali e consuete.
Due tecniche di questo tipo di comunicazione sono l’ascolto attivo e il linguaggio dell’Io.
L’ascolto attivo è una modalità d’ascolto che comunica il nostro interesse e la nostra accettazione verso una persona. Promuove lo sviluppo dell’autodisciplina e dell’indipendenza. È indicato per aiutare i bambini a esprimere le loro emozioni e ad accettarle. Suggerimenti per i genitori per mettere in atto questa modalità di relazione:
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Stare in silenzio, ascoltare senza interrompere;
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Fare domande aperte, chiare, esplicite;
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Riassumere cosa il bambino ha detto per avere conferma di avere capito;
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Mettersi a disposizione solo se è davvero il momento giusto per noi, altrimenti rimandare fornendo le proprie ragioni;
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Accettare sentimenti ed emozioni del bambino anche se inaspettati e diversi da quello che vorremmo;
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Avere fiducia nella capacità del bambino di gestire le emozioni forti, che comunque sono transitorie;
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Incoraggiare il bambino dicendo: “hai voglia di parlarmene?”, “Ah sì”, “raccontami”, “interessante”;
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Osservare il bambino e calarsi nei suoi panni, pur mantenendo i propri;
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Essere pronto ad ascoltare, anche per essere ascoltato, incoraggiando il bambino a esprimere quello che pensa in quel momento in modo che la situazione acquisti una nuova luce.
I genitori, coi i bambini, tendono a usare il linguaggio del tu, dando colpa all’altro per ciò che sentono o provano. Con il linguaggio dell’Io, invece, si inverte la dinamica e si comunicano gli effetti che i comportamenti del figlio hanno sul genitore. Perché il bambino possa decodificare il messaggio, i genitori possono esprimersi così:
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“Quando tu...”, descrivendo oggettivamente il comportamento del bambino,
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“Gli effetti sono...”, sottolineando come il comportamento del bambino influisce sul proprio; aggiungendo, in tutte quelle situazioni nella quali hanno difficoltà ad esprimere sentimenti o pensieri negativi, anche:
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“io sento...”, descrivendo ciò che provano in quel momento, e…
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“preferirei...”, cioè quello che desiderano, per far sapere al bambino i propri sentimenti e le proprie opinioni.
È necessario però evitare frasi che comincino con “Io…”, ma che mascherano in realtà un “Tu..”(ad es. “Sono arrabbiato”, ma in realtà sarebbe: "sei te che mi hai fatto arrabbiare").
Articolo scritto da Martina Berta, psicologa e psicoterapeuta di Milano, che terrà il prossimo 18 settembre un incontro sulla comunicazione assertiva. L'incontro è organizzato dallo Spazio Culturale MY G
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.