Allattare oltre le difficoltà, una scelta d'amore

Domenica 22 Settembre 2013

Conosco Gnappetta da qualche anno e oltre a considerarla una persona splendida e dolcissima  penso che abbia un modo di raccontare unico: sembra di essere li con lei.

Qui ci racconta il suo allattamento con Ale, per il resto delle sue avventure vi consiglio di passare a leggere il suo blog Aspettando... voi!

Il fallimento per il mancato allattamento di Giulia mi ha fatto sentire (stupidamente) una mamma di serie B per 4 lunghi anni... e dire che ci avevo provato con tutte le forze, affidandomi anche ai preziosi consigli dell'ostetrica del consultorio con cui avevo frequentato il corso preparto. Niente, Giulia della tetta non ne ha mai voluto sapere nulla.

Ho vissuto la gravidanza di Alessandro leggendo ed informandomi, spulciando il sito della Leche League, iscrivendomi a vari gruppi pro-allattamento al seno... ed alla fine lui è nato prematuramente ed è stato trasferito in t.i.n. in un altro ospedale.

Addio contatto pelle a pelle, addio adesso lo allatto appena mi ricuciono e mi portano in camera (taglio cesareo d'urgenza), addio stavolta non lo faccio portare al nido e lo tengo con me...

Il giorno dopo il parto mi procuro un tiralatte perchè nell'ospedale amico dei bambini dove sono ricoverata io (ma non Alessandro) mi fanno sapere che "signora, il giorno dopo un cesareo cosa vuole che le esca dal seno"?

Cosa dovrebbe uscire? Fosse anche una sola goccia di colostro, quella è oro per un bambino, tanto più per un prematuro! Intanto dalla t.i.n. mi sollecitano l'invio del colostro... ed io sto lì, in camera con altre 3 mamme ed i loro bambini che tiro e tiro... e il colostro c'è! Ogni giorno viene mio marito e con la borsettina termica fa la spola tra l'ospedale in cui sto io e quello in cui sta Alessandro per portargli il mio "latte".

Il terzo giorno firmo le dimissioni e mi precipito da lui, non posso ancora prenderlo dall'incubatrice, non posso ancora offrirgli il seno... Dopo 9 giorni lo dimettono e appena arrivati a casa provo ad attaccarlo. E, magia, lui si attacca, mi riconosce, riconosce il mio profumo, riconosce il suo lattuccio...

Al primo controllo in ospedale Alessandro non è cresciuto nulla, anzi ha perso un po' di peso rispetto alle dimissioni. Un'infermiera con infinita grazia mi strizza il seno per verificare che ci sia latte. Sì il latte c'è ma il bambino è ancora piccolo e non in forze per ciucciare da solo, sentenzia la pediatra. Devo tirare il latte e darglielo con il biberon per verificare se e quanto mangi sotto la minaccia di un nuovo ricovero in ospedale.

E tiro tiro. Giorno e notte. Tiro tiro. Ogni 3 ore. Tiro tiro. E lui prende il biberon ogni 3 ore. Ma tra un biberon e l'altro continua a prendere il seno. Non voglio arrendermi, non questa volta.

Lui prende peso, prende forza e diventa un "ciucciatore professionista". Dopo un mese e mezzo di tiralatte giorno e notte mi accorgo che ciuccia tanto, una piccola idrovora attaccata al mio seno. Provo la doppia pesata... eh sì proprio come pensavo! Archivio il tiralatte e torniamo esclusivamente al seno. E' stato bravo lui a preferire il morbido calore del seno di mamma al freddo plasticoso di un biberon.

Ciucciando ciucciando siamo arrivati a 18 mesi di allattamento, tra incoraggiamenti iniziali, stupore nel mezzo e critiche alla fine. Ma così grande ancora ciuccia? Ma è un vizio! Ormai ti ha preso come un ciuccio (se mai è il contrario: è il ciuccio ad essere un sostituto del seno, non viceversa). Ma quando gliela togli  'sta tetta? E via dicendo.

Io non ho nessunissima intenzione di togliergli il seno, sarà lui a farlo quando si sentirà pronto. Sinceramente a me non pesa, senza contare che quando il bambino inizia ad essere più grande ed a mangiare altro oltre al latte, non è che stia ogni ora attaccato al seno come un neonato! Ma questo la gente non lo capisce (o fa finta di non capirlo?!)

Preferisco che si addormenti sereno al seno piuttosto che cantargli 200 ninne-nanne e cullarlo 3 ore. E poi è così bello, potrei guardarlo per ore mentre mi fissa con i suoi occhioni che pian piano si chiudono, la manina che cerca l'altro seno, ogni tanto tenta una carezza al viso, il suo viso è disteso, si abbandona come se tra le braccia della mamma non potesse mai succedergli niente... ed io mi rilasso!

Davvero non ci trovo niente di stressante nell'allattamento! I primi mesi sono i più duri per l'allattamento a richiesta ma poi è tutto in discesa. E non mi interessa davvero nulla di ciò che pensa la gente che ha quasi demonizzato il gesto più naturale del mondo. Mi interessa quello che ho letto, quello che raccomanda l'OMS ma soprattutto quello che vuole il mio bambino.

Se lui vuole questo ed io non ho problemi ad accontentarlo, non vedo perchè i problemi dovrebbero averli gli altri.

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.