Crisi, si taglia anche la spesa sull'abbigliamento
Non provengo da una famiglia particolarmente benestante, ma eravamo comunque una famiglia che non si faceva mancare nulla. Papà impiegato in una grossa azienda locale, mamma casalinga, mutuo da pagare. Ma tanti giocattoli nella mia cameretta, una bicicletta in garage, vestiti sempre nuovi e quasi tutti firmati: i miei avevano scoperto gli spacci aziendali, quelli che poi sarebbero stati chiamati più internazionalmente outlet, e quindi potevo vantare un guardaroba ben fornito che mi faceva sentire parte del gruppo delle persone vestite bene.
Dal mio punto di vista eravamo anche piuttosto poveri: la mia migliore amica aveva una casa più grande e un camper, mentre noi solo una piccola vecchia roulotte con cui ci facevamo delle ferie lunghe tutta l'estate in un campeggio abbastanza vicino a casa da permettere a mio padre di fare il pendolare.
E poi ovviamente la macchina. Tutte rigorosamente usate (mai avuta in famiglia una macchina nuova) ma era la "regola" che ogni familiare appena conquistata la patente avesse la sua macchina. Me la ricordo ancora la mia Uno blu, con un piede già nel paradiso delle automobili ma completamente e totalmente mia.
Mio fratello, di 5 anni più grande, aveva una bella macchina bianca, che un po' gli invidiavo, ma solo un po', sapevo che prima o poi ci sarei arrivata anche io. Non riuscivo a immaginare come si potesse condividere una sola macchina come facevano certe famiglie che abitavano vicino a noi: si facevano i turni? Ma non si litigava mai?
Ero viziata, sicuramente. Ma ero anche figlia degli anni '80, annate decisamente prospere per i più. Appena entrata nel mondo del lavoro credevo che il lavoro fisso fosse un diritto imprescindibile di ogni persona, e mai mi sarei abbassata ad accontentarmi di un lavoro a tempo determinato.
Poi le cose sono cambiate, sono entrata nel mondo reale. E' successo più o meno quando io e il mio attuale marito abbiamo deciso di andare a vivere insieme, un affitto da pagare, spese e allacciamenti, abbiamo iniziato a vendere il superfluo e come per incanto la mia macchina è passata da bene di prima necessità a bene sacrificabile.
Non ero pronta per dirle addio, incastrare la mia vita con questa nuova modalità risparmiosa è stato più difficile del previsto, ci sono voluti 8 anni e 2 figli prima che io e mio marito ci rendessimo davvero conto che le cose dovevano cambiare. Come ovviamente succede abbiamo dovuto sbatterci il naso.
Il licenziamento prima mio, poi la notizia che anche la fabbrica in qui lavora L. chiude ci hanno fatto capire che nulla è scontato che le cose vanno conquistate. Non siamo poveri, ma siamo diventati più attenti alle spese, ragioniamo su tutto e non riamo più nulla di scontato. Anche nella spesa siamo diventati più oculati ma soprattutto nell'acquisto dei vestiti per noi e per i nostri bambini.
Mi è capitato l'altro giorno di leggere un articolo sul rammendo. Dopo anni in cui era stato relegato in un cantuccio, ameno passatemdo di qualche nonna nostalgica, il rammendo è diventato una necessaria attività per la salvaguardia del bilancio famigliare, i buchi si rattoppano, i pantaloni si accorciano e si allungano a seconda delle esigenze.
Ormai è ora di riscoprire i vecchi valori, viviamo in un epoca consumistica, ma popolata da persone che il consumismo non se lo possono permettere. Ne vogliamo parlare?
Raccoglieremo ogni settimana una serie di consigli ecologici, per riscoprire che le cose che fino a ieri abbiamo comprato nei negozi forse possiamo farle noi, che forse la verdura del contadino vicino a casa, non è solo più buona di quella del supermercato, ma forse è anche più economica.
Per far questo ho bisogno del vostro aiuto, condividete con noi i vostri rimedi salva-mese. Potrebbero essere utili anche ad altre mamme.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.