Prova a camminare a piedi nudi
Sono rientrata in Italia circa 4 anni fa e per me non è stato per niente facile. Per tanti anni ho viaggiato all’estero per la Cooperazione Internazionale svolgendo uno dei lavori – a mio parere- più belli al mondo e dedicandomi a quello per cui avevo studiato e soprattutto quello che sognavo fare. Mi ritengo quindi una privilegiata.
Dopo circa 12 anni di vita tra Balcani e Centro/Sud America ho maturato lentamente e faticosamente la decisione di rientrare in Italia. Questo per varie ragioni sia personali che legate alla famiglia. Vi assicuro che non è stato – e non lo è tuttora – per nulla facile e scontato. Allora quando la nostalgia e la malinconia incombe sulla mia attuale vita quotidiana cerco di vedere le similitudini tra la mia vita di oggi e quella di ieri. Il punto centrale degli ultimi 20 anni della mia vita sono state e sono tuttora le donne ed i bambini.
Prima il mio compito era quello di elaborare ed attuare progetti di cooperazione per la promozione e tutela dei diritti delle donne ed adesso attraverso il Baby Bazar continuo a relazionarmi principalmente con il mondo femminile e dell’infanzia. Tante differenze ovviamente ma anche tante cose in comune. Quello che ho vissuto ieri non è un capitolo chiuso ma anzi mi accompagna oggi e mi aiuta moltissimo in quello faccio.
In tanti anni ho conosciuto e lavorato con tantissime donne e preziose amiche: albanesi, moldave, guatemalteche, ecuadoriane, argentine, bosniache, Maya. Tanti anni di lavoro all’estero con le donne mi hanno insegnato a vivere con una pelle sottilissima, cioè esposta alle emozioni più belle e più brutte, ma tutte intense e vere. Noi donne viviamo spesso le vite più difficili, più drammatiche ma spesso anche le più straordinarie.
Perché spesso sono le azioni della vita di una donna ad essere capaci di cambiare il mondo. Dalle tante donne, amiche, che ho conosciuto ho imparato cosa vuole dire la dignità, cosa vuole dire urlare pacificamente, gridare e farsi sentire, esigere una vita degna di essere vissuta. La capacità di ribellarsi senza offendere l’altro, l’unione e la solidarietà. In molti posti dove ho vissuto e lavorato le donne infatti si chiamano tra loro “sorelle” ed a questo c’è un perché. In tanti anni di lavoro per, con ed a favore delle donne ho vissuto e conosciuto tante storie, belle e brutte: donne maltrattate, sfruttate, svalorizzate, impoverite, ma anche audaci ed intelligenti “guerriere” disposte a vivere controcorrente per migliorare la propria vita e quella dei propri figli.
Donne che non si scoraggiano, determinate e “potenti”; capaci di innovazione e cambiamento. Le donne Maya mi dicevano che per loro camminare con le scarpe era come camminare ad occhi bendati; ciò voleva sottolineare la capacità di noi donne di "sentire" ed "ascoltare" le cose che ci circondano. Avere il contatto con la terra, quindi con l’energia del mondo intorno a noi, e di farne la nostra forza.
Per questo quando la giornata è stata difficile, quando ho un momento di scoraggiamento allora mi tolgo le scarpe e chiudo gli occhi. Respiro e respiro... ricaricandomi! Ma soprattutto penso a tutte le donne che incontrerò domani con le quali mi scambierò idee, sorrisi, sguardi, sfoghi e consigli. E tutto torna a posto.
Dedicato a tutte le mie clienti del Baby Bazar di Bologna, le mie “nuove sorelle”.
Articolo scritto da Stefania Mucci Titolare di Baby Bazar Bologna Stadio
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.