Mamme all'estero, la Germania di Rachele
Ci siamo trasferiti in Germania!
Com'è successo... come avete deciso?
Non lo so, in realtà è successo e basta. Un sogno che covavo nascosto da decenni, sentire da sempre che il mondo è troppo vasto per vivere soltanto in un angolino, ed eccoci qui: siamo partiti, ce ne siamo andati, abbiamo iniziato una nuova pagina in un nuovo diario.
"La Germania? Maddai, cerchiamo a Barcellona piuttosto! Lì piove sempre, e si mangiano solo würstel e patate”. Le ultime parole famose: è proprio in Germania che siamo finiti, senza mai averla nemmeno visitata per le vacanze, tanto non ci attirava.
Un giorno mandi un curriculum quasi per gioco, esasperato dalla realtà frustrante in cui vivi, e quando ti arriva il contratto per posta hai un attimo in cui il cuore perde un colpo. Ma allora è vero? Mettere questa firma significa davvero che ce ne andremo? E poi firmi, e tutto cambia.
Ma andiamo per gradi. In tanti hanno sospirato dicendoci "beati voi che ve ne andate", e altrettanti hanno riso dicendo "siete pazzi". Ai primi dico: puoi farlo anche tu! Basta volerlo. Basta fare così.
Se ne parla a casa, tu e lui, senza mettere in mezzo altri pareri che ti confondano perché in questo momento avete bisogno solo di chiarire i vostri VERI desideri. Se ne parla ancora, e ancora, e ancora. Se ne parla finché non c'è più niente da dire, anche se si cambia idea un giorno si e l'altro pure; si fanno progetti e poi si demoliscono, ci si incoraggia e poi ci si tira indietro, e infine un giorno sei così stanco di parlarne che la risposta diventa dirompente: basta! Voglio andare!
La parte più ardua è superata, e allora si comincia sul serio, ma tutto è in discesa. Cercare un posto di lavoro conciliabile con le proprie competenze è la parte più "di testa", e si devono inviare CV a tutti quelli che sembrano rispondere ai criteri.
Ponendo dei paletti geografici: niente paesi scandinavi per me, non ce la potrei fare e vivere nel buio invernale. Niente voli transoceanici, non me la sento ancora di allontanarmi così... a ciascuno il suo limite no? Una volta fatti gli eventuali colloqui ci si documenta a fondo sulla città in cui ci si dovrebbe trasferire. Foto, siti web, programmi dei viaggi organizzati, tutto fa brodo. Un viaggio di perlustrazione poi è fondamentale per sentire se c'è feeling o meno con quel posto.
Per me è stato amore a prima vista: una città pulita e ordinata, curata in modo quasi maniacale, con le aiuole fiorite e nemmeno un muro scrostato, niente bisognini di cani sui marciapiedi, niente auto in doppia fila, insomma il paradiso! Sì, è proprio qui che voglio vivere. O per lo meno per un po', fino alla prossima volta. Fino alla prossima sfida, perché il mondo continua ad essere troppo vasto per limitarsi solamente a due angolini...
Rachele è un'ex marchigiana, ex bolognese, e (finalmente!) ora è pure una ex milanese. Si è trasferita in Germania da pochissimo, al seguito di un marito lavoratore e due piccoli pestiferi italianissimi, di 3 e 5 anni. Nella fase di "luna di miele" del primo periodo dal trasferimento, vi mostrerà che esistono cose... che voi italiani non potete neanche immaginare! Potete seguire le sue peripezie quotidiane sul blog Rachele Racconta.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.