Nonni e genitori: una questione di equilibrio

Martedì 12 Novembre 2013

Sì, lo so che molte mamme vorrebbero non mai staccarsi dai loro bambini e affidarli a qualcuno. Però in molti casi è inevitabile: soprattutto quelle tra voi che lavorano spesso ricorrono all’aiuto di noi nonni, più economico di una baby sitter o del nido e (almeno questo dovete riconoscercelo!) estremamente più flessibile negli orari e nella disponibilità.

E anche quando scegliete il nido, pensate a quanti problemi vi risolvono dei nonni a portata di mano: possono andare a prendere il pargoletto per portarlo a giocare ai giardinetti, stanno con lui quando è ammalato e deve restare a casa, o quando il nido è chiuso… ma purtroppo non il vostro ufficio!

Però, come tutti sanno (e come voi mamme non vi stancate di sottolineare), ci sono dei “però”. Infatti, non si può pretendere che i nonni interagiscano con i nipoti senza minimamente interferire con le scelte educative dei genitori, certo in gran parte dei casi appoggiandole e facendole proprie, ma talvolta anche sovrapponendosi ad esse c on una visione diversa delle cose, magari maturata con gli anni e con l’esperienza, ma comunque diversa. Noi nonni, certo, siamo consapevoli di questo, e molti di noi cercano in tutti i modi di “correggersi”.

In alcuni casi, questa consapevolezza è causa di un’autentica ansia da parte dei nonni, che si trovano investiti di una grande responsabilità non solo dal punto di vista pratico (“e se cade dalla bicicletta - dall’altalena, dallo scivolo... - e si fa male?”; “e se riesce ad arrivare alla pentola sui fornelli e si scotta?”; “e se s’impadronisce delle forbici e si ferisce?”...). Più in generale dal punto di vista educativo, dando a questo termine il significato più ampio possibile: l’insieme di regole e limiti cui attenersi, ma anche più in generale la condivisione di una visione del mondo che non sempre è perfettamente sovrapponibile a quella dei genitori.

Per spiegare a che cosa mi riferisco, ecco un passaggio della lettera di un nonno lettore di noinonni.it:

“È importante, secondo me, armonizzare la naturale condiscendenza dei nonni con le metodiche seguite dai genitori. In ogni momento che passo con il nipotino cerco di non contraddire la linea educativa seguita dai genitori. Mi chiedo, infatti, se sia giusto che il bambino viva il tempo passato con i nonni come quello in cui infrangere dei principi che i genitori, magari faticosamente, gli stanno insegnando.

Sicuramente questo non significa rinunciare al piacere di coccolare i propri nipoti, di eccedere anche un po’ nell’essere permissivi, in fin dei conti, proprio in questo sta il bello della nonnitudine. Penso piuttosto che sia una questione di equilibrio”.

Certo, come scrive questo nonno, è una questione di equilibrio. Ma concretamente, come mettere d’accordo capra e cavoli (cioè mamme e nonni)? Secondo me l’importante è non drammatizzare, ma cercare di mettere le cose nella loro giusta prospettiva, riflettendo sul fatto che, così come succede che mamme e papà non siano d’accordo su alcuni aspetti dell’educazione del bambino, a maggior ragione può succedere che certe diversità di vedute capitino tra genitori e nonni.

Quindi, meglio chiarire quali sono i punti che i genitori ritengono importanti nell’educazione del bambino e sui quali ritengono di non poter transigere, invece di affogare in un mare di mugugni e di non detti che creano solo rancore e tensioni inespresse. Un “clima” affettivo che il bambino avverte benissimo e che non può che fagli male. Più male, sicuramente, di un “vizio” dato dai nonni.

E poi, care mamme, forse ci si può venire un po’ incontro. La diversità di ottiche educative può, infatti, anche essere una grande ricchezza per il vostro bambino: interagendo con i genitori e con i nonni, infatti, impara la differenza di ruoli, e a comportarsi di conseguenza.

Quindi, se la famiglia (intendo la famiglia allargata, cioè compresi i nonni) ha rapporti sereni e distesi, il bambino capisce molto presto che con i nonni si può permettere qualcosa in più, ma deve essere pronto a “tornare nei ranghi” a casa. In questo modo, impara a differenziare gli atteggiamenti secondo le persone con cui si rapporta: e questa è un’abilità “sociale” importante, che sarà una sua ricchezza per tutta la vita.

Secondo me quello che è davvero negativo per il bambino non è il diverso approccio educativo (e cioè, concretamente, il fatto che i nonni siano più “morbidi” e propensi ai vizi), ma il conflitto che vede sorgere tra genitori e nonni.

E poi, c’è una cosa che dobbiamo tenere sempre presente: facciamo tutti, genitori e nonni, degli errori, e i bambini crescono (nonostante) i nostri errori. E come voi state imparando a fare i genitori, noi stiamo imparando a fare i nonni, quindi, ognuno di noi ha il diritto di sbagliare un po’ e il dovere di guardare l’altro con un pizzico di indulgenza!

commenta magazine

Annalisa Pomilio Annalisa Pomilio su Facebook

Annalisa Pomilio

Ho 56 anni, vivo a Milano e ho sempre lavorato insieme ai bambini: come mamma, insegnante, giornalista, redattrice e autrice di libri per bambini.

Qualche anno fa ho creato il blog Noi nonni, un luogo in cui incontrarsi e parlare, trovate idee, materiali e proposte per stare insieme ai bambini, lavoretti, ricette, giochi, consigli per affiancare con amore la loro crescita.