Cratere degli Astroni: un tesoro napoletano
Il Cratere degli Astroni è una riserva naturale, Oasi del WWF, posta a ridosso della città di Napoli, anzi, direi immersa nella città di Napoli. La riserva, all’interno di un’area protetta di oltre 90 kmq, sorge in una zona di interesse storico e naturalistico, preservata quasi per magia dallo sviluppo abitativo della città di Napoli, che ha ormai cancellato qualsiasi tracci della Natura e sta minacciando anche quest’isola verde.
Sono stata a Napoli nei giorni scorsi per un convegno su un progetto in tema di rifiuti. Siamo all’interno della settimana europea per la riduzione dei rifiuti e non ha caso è stata scelta Napoli come sede del dibattito tra diverse realtà coinvolte a diverso titolo nelle tematiche della prevenzione e del riutilizzo.
Ospiti del WWF, ho avuto modo di visitare parte (una piccola parte, a dire il vero) del Cratere degli Astroni grazie al presidente del WWF Campania Piernazario Antelmi che, con una passione davvero coinvolgente, ci ha raccontato la storia dell’Oasi del WWF, dalla nascita del sito come residenza di caccia fino ai giorni nostri.
L’oasi del WWF è oggi un parco aperto al pubblico e in principal modo alle scuole, che organizza percorsi didattici di vario tipo per spiegare uno dei fenomeni più sorprendenti dell’attività della Natura.
Credo veramente che chi abita in zona o volesse fare una visita di Napoli dovrebbe porre attenzione a quest’area, per la sua particolarità e per comprendere meglio quel territorio ormai soffocato che un tempo era Napoli. La riserva naturale dello stato Cratere degli Astroni fa parte del comune di Napoli, su cui incide il suo ingresso, ma per la maggior parte del Comune di Pozzuoli.
Si tratta dell’area chiamata dei Campi Flegrei, un sistema vulcanico che tecnicamente si definisce “caldera”. Il vulcano si è originato circa 3700 anni fa e ha una struttura ellittica con due assi di 1 e 2 km. La zona, unica nel suo genere, è una delle poche che si sono preservate in Campania, considerato che al 2001 contava un’incidenza abitativa pari al 10,22% degli abitanti della provincia. La zona vede una densità abitativa di quasi 3500 abitanti al kmq. Solo questo basti a confermare il caso unico di questa superficie e le possibilità di minaccia reali alla sua preservazione.
Il cratere deve la sua fortuna alle acque sulfuree che vi si generano, che hanno dato vita, già nel 1200, ai bagni termali che ancora oggi sono attivi nell’area. In seguito, nel XV secolo, Alfonso I d’Aragona trasformò l’area in riserva di caccia reale e più tardi fu costruita la torre di guardia per vigilare sull’area reale che oggi ospita la sede dell’oasi. Rimasta riserva di caccia anche dopo un breve passaggio ai Gesuiti, i borboni costruirono il muro di cinta che ancora oggi protegge l’area. L’attività venatoria continuò, anche se in maniera meno frequente, anche dopo l’annessione al Regno d’Italia, ma i più grandi cambiamenti dell’area avvennero con la Seconda Guerra Mondiale, quando la densità vegetativa la rese baluardo sicuro per la conservazione delle armi.
Da allora, ma già da prima, l’associazione nazionale combattenti aveva gestito l’area, senza curarsi della sua peculiarità ambientale e dando spazio a una fruizione invasiva dell’ecosistema. Solo nel 1969 degli attivisti del WWF portarono l’attenzione sul Cratere degli Astroni, iniziando un percorso di preservazione che ci consente di goderne ancor oggi, non senza parecchie difficoltà. Il cratere entrò quindi legalmente nella definizione di Oasi della protezione della fauna stanziale e migratoria, divenendo nel 1970 proprietà della regione Campania e nel 1987 Riserva naturale Cratere degli Astroni. E’ dal 1990 che il WWF ne ha preso in carico la gestione, aprendola al pubblico nel 1992.
Ma qual è la particolarità del Cratere? Non mi intendo di geologia e mi scuso per questo tentativo di raccontare quanto ho compreso, in parole semplici, avvalendomi della documentazione che ho raccolto presso l’oasi nei giorniscorsi. Di fatto, il cratere ha un’attività molto particolare, definita “inversione vegetazionale”, in cui si compie al contrario quanto generalmente avviene, nello sviluppo vegetativo e faunistico, nelle colline della zona.
In pratica, se a monte cresce una specie, a valle, ovviamente , ne crescerà un’altra, è ovvio. Ebbena, al Cratere degli Astroni avviene l’inverso e ciò che dovrebbe essere a monte sta a valle, compresa la fauna che abita questi ambienti. In pratica l’area è assolutamente più fresca alla base del cratere e, quindi, a valle, che a monte, dove il microclima favorisce specie molto particolari.
Incredibile, vero? Capisco che solo vedendo questo fenomeno sia possibile comprenderlo e sarebbe stato davvero bello affrontare uno dei tanti sentieri che percorrono la zona per approfondire dall’interno questa particolarità. Io ne sono rimasta affascinata. E quello che mi ha colpito è soprattutto il fatto che intorno a questo polmone verde ci sono le case, le cave e tutto quanto ha soffocato la natura a Napoli.
Se ci andate, fatevi mostrare le foto aere per capirlo e comprendere meglio. Il resto, lo lascio a un’eventuale visita, senza anticipare nulla. I taxisti non sempre sanno dove si trova questo luogo, succede anche questo. Mi viene da pensare che i napoletani stessi non ne capiscano l’importanza. Ma ho visto al convegno un’inversione di tendenza, anche se difficile, e credo sia ora di partire dal buono delle cose, perché, per citare Einstein, “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.” E l’oasi WWF Cratere degli Astroni è davvero una buona cosa.
Ringrazio Rita Minucci e Piernazario Antelmi per avermi accompagnata nella conoscenza di questo magico luogo di Napoli e il WWF per quello che riesce a fare, nonostante tutto, nella preservazione di luoghi come questo, patrimonio di tutti.
Silvia Signoretti
Parte dello staff Baby Bazar, appassionata di web marketing, adoro la vita social online o offline. Nel tempo libero amo stare con gli amici, leggere, ballare, visitare posti nuovi.
Mi appassionano la fotografia, le nuove tecnologie (sono Android addicted) e il buon vino. Qualche anno fa la folgorazione: l'Irlanda. Ne sono rimasta incantata. Sperando di tornarci presto... sogno un cottage in riva al mare! Questo è il mio blog, in cui parlo di marketing e comunicazione per le reti di negozi e i franchising