Chopin, il migliore amico di mio figlio
Questa storia mi è stata spedita dalla mia amica Sandra. Una ragazza speciale che ho conosciuto anni fa su un forum. Da allora la nostra amicizia è cresciuta sempre più, anche se, purtroppo, per ora solo in modo virtuale.
Un anno e mezzo fa Francesco ha iniziato a chiedere un cucciolo. Un gatto, lui voleva un gatto e aveva anche le idee chiare: bianco con gli occhi azzurri. Vista la sua insistenza ho iniziato ad indagare e lui ogni volta mi spiazzava con le sue risposte.
“Francesco perché vuoi un gatto”
“Mamma ascolta vorrei un cucciolo tutto per me; ma un cucciolo vero per giocare, prendermi cura di lui... Gli vorrò tanto bene come ne voglio a te(colpo basso sui sentimenti) Lo spazzolerò... Si mamma mi prenderò cura di lui così non sarò più solo a casa quando gioco. Quando tu sistemi casa io mi annoio da solo e così con lui posso giocare!!”
Azz e quando ha pensato tutte queste cose?!
Lo abbraccio: dopo un discorso così mi trasformerei io in gatto per lui. Ne parliamo con il papà che è un po’ indeciso. Perché un gatto richiede tanto impegno. Perché ti cambia la vita un animale. Ma lo convinciamo e parte la ricerca. Cerchiamo un gatto per un bimbo.
E mi imbatto in un mondo nuovo. I miei gatti erano sempre trovatelli ma visto alcuni trascorsi cerchiamo un gatto ipoallergico: il siberiano.
Troviamo una signora con una cucciolata e andiamo da lei. Francesco è perso, vorrebbe portarli tutti a casa con lui, ma non hanno ancora 3 mesi e così restiamo in attesa. Lui aveva già comprato le cosine per il suo amico: cuccia, tiragraffi, ciotola e anche la pappa...inizia a contare i week, ne parla con tutti con un entusiasmo unico.
Ma le settimane passano, la signora tergiversa e alla fine dopo averla messa alle strette vengo a sapere che l'ha ceduto ad un altra persona: io sono furiosa le chiedo con che coraggio ha mentito ad un bambino.
La parte più difficile è dire a Francesco che il gatto non arriverà. Max, mio marito, dice che per lui il discorso è chiuso, ma io penso che non sia giusto che ci rimetta Francesco e così mi ritrovo a parlare con mio figlio che a 4 anni e mezzo deve già conoscere la cattiveria di alcune persone.
Francesco ha pianto per 5 giorni. Ha detto che la signora l'ha imbrogliato che non si fa che una promessa è una promessa: sono stati giorni difficili per il mio piccolo.
Poi una mia amica mi parla dei Ragdoll, mi informo su questa razza: sono bellissimi e buoni; per il loro carattere vengono definiti i gatti per eccellenza per i bambini. Vengono usati negli ospedali pediatrici per la pet therapy e affiancano i bambini nella logopedia.
Una conoscente della mia amica aveva dei Ragdoll, così andiamo a dare un occhiata e appena arrivo un cucciolo mi corre incontro e mi salta in braccio. Non vuole scendere e li fa le fusa mentre tutti ci guardano sorpresi: non ha mai fatto così. Uno scambio di sguardi con Max e ci capiamo al volo, lui sarà il gatto di Francesco.
In un attimo lui ha scelto noi e così torniamo a casa con Chopin emozionati e felici. Francesco non si aspetta di trovare un gatto a casa e vedere la sua felicità ed emozione è stato il regalo più bello.
Legano subito lui si prende cura di Chopin e Chopin nonostante i modi da camionista di mio figlio non si arrabbia mai, anzi.
Dormono insieme e al mattino lui recupera le palline e i suoi giochi e li porta sul letto di Francesco,è lui che lo sveglia con i bacini e le carezze... eh si con la zampa lui fa le carezze.
Se lanci la pallina lui la riporta. Passano giornate intere a giocare a palla. Sono bellissimi insieme in simbiosi. Se proviamo a dire a Francesco che gli compriamo 10 macchinine e diamo Chopin al vicino lui risponde per nessun gioco del mondo vale come il suo amico.
Ogni tanto si crede un gatto e vuol saltare come lui o si fa le unghie sul divano... cosa che Chopin non fa, se arrivano i suoi amici elenca con dovizia di particolari le regole per non dar fastidio al gatto.
Si fanno i dispetti a vicenda e vederli insieme è la cosa più bella del mondo.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.