Capire il bambino attraverso i suoi disegni
Dare un pennarello ad un bambino è aprirgli la finestra su un mondo infinito di forme e colori. Infatti la sua prima reazione sarà quella di cercare un posto dove poter dare libero sfogo alla sua creatività.
Qualche volta il posto prescelto è quello meno indicato, in genere si tratta di muri di casa, divani, documenti di papà e mamma lasciati sulla scrivania... Ma tralasciando questo simpatico (più o meno) dettaglio, vediamo perché disegnare è così importante e piacevole per i bambini.
La personalità dai suoi disegni
Spesso capita di dare poca importanza a quei "scarabocchi senza senso" che sono, dopo il pianto e le prime parole, il modo di comunicare dei piccoli. Eppure è proprio attraverso quei segni che loro esprimono, ancor più liberamente rispetto alle parole, quello che hanno dentro. E' attraverso quei segni che provano a rappresentare quello che li circonda.
Se chiediamo ad un bambino anche di soli due anni di descrivere quell'insieme di linee intrecciate che non hanno nè inizio nè fine, lui darà un significato e una descrizione ad ogni parte del suo disegno. E non è tutto casuale: tutto ha un ruolo e una posizione ben precisa, e anche nelle dimensioni degli oggetti rappresentati c'è un messaggio ben preciso.
Nei loro disegni i bambini amano rappresentare la realtà che li circonda così come è da loro percepita; osservare le loro opere con attenzione è quindi un modo per vedere con i loro occhi e provare a sentirne le emozioni: il mondo visto a 80 centimetri non è lo stesso visto sopra il metro e mezzo!
Il bambino rappresenta attraverso le immagini il suo stato interiore e i soggetti rappresentati hanno a che fare con la sua esperienza quotidiana: famiglia, animali, casa, alberi e sole sono le figure più frequenti. Il modo in cui queste vengono rappresentate rinvia a come vivono il rapporto con esse e con se stessi.
Gli elementi importanti che ci aiutano a decifrare il disegno dei bambini sono principalmente i seguenti: lo spazio e le dimensioni (le figure sono in alto, in basso, al centro, piccole, grandi...?), il tratto (che tende ad essere irregolare e incerto nei bambini più introversi e insicuri; regolare e sicuro nei bambini più estroversi, rilassati e socievoli), e il colore (l'uso di tinte calde o fredde è altrettanto indicativo della personalità che sta sviluppando il piccolo).
L'evoluzione del disegno
In base all'età, i bambini hanno diversi modi per rappresentare ciò che vivono e che desiderano. Disegnare è per loro un momento di distensione emotiva.
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Dagli 11 mesi circa fino ai 2 anni il bambino inizia a tenere in mano le matite e a sperimentare quale mano è meglio utilizzare. Nel giro di breve tempo comincia a preferirne una e a produrre scarabocchi. In genere questi sono di tipo lineare poi circolare, gli permettono di scaricare energia e sperimentare la possibilità di "lasciare il segno";
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dopo i 2 anni il tratto è più intenzionale con figure che rappresentano e descrivono la realtà che li circonda, sempre più ricca di dettagli a mano a mano che crescono. Non a caso in età scolare, quindi con l'inserimento alla materna, il disegno diventa momento di studio/divertimento per i piccoli e materiale didattico per le maestre.
Importante è non criticare nè giudicare il loro lavoro paragonandolo a quello degli altri e non forzarli nella rappresentazione, evitando così di bloccare la loro vena creativa e la loro necessità di esprimersi. Toglieremmo anche a noi uno strumento di decifrazione e comprensione del loro stato d'animo.
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