Telegiornale ai bambini si o no?

Mercoledì 04 Febbraio 2015

Telegiornale si o telegiornale no con i bambini? Mi è capitato di discuterne l’altro giorno con alcune amiche, c’è chi si dice contraria, che il telegiornale non è un programma per bambini, chi invece si dice favorevole, che, posto che si guardi tutti insieme, sia un’occasione di dibattito e uno spunto per discutere e spiegare diversi argomenti.

Ho ascoltato i punti di vista, ho vagliato. Premetto che i miei figli il telegiornale non lo hanno mai visto, e ammetto, per amor di verità che non hanno mai visto neanche Bambi perché lo reputo carico di cattiveria gratuita; (tra il cacciatore che spara alla mamma e il papà che si manifesta al figlio solo quando questi rischia di morire di tristezza e stenti è forse l’unico cartone Disney che non amo per nulla.

Mi sono interrogata e mi sono chiesta se, privandoli del telegiornale stessi togliendo ai miei figli le basi per un futuro consapevole di ciò che succede nel mondo. Così oggi mi sono seduta sul divano e ho provato a seguire le notizie, non con i miei occhi d’adulta ma immaginando di guardarlo attraverso il modo di pensare di mia figlia di 7 anni.

Piccolo appunto: farlo vedere a Samuel, 5 anni, era fin da subito fuori questione, lui è già abbastanza terrorizzato dai ladri da quella volta che, forse con troppa leggerezza e pensando che “tanto è occupato a fare altro e non ascolta”, abbiamo parlato con amici di quella volta che ci sono entrati i ladri nel camper.

Credo davvero che Gaia abbia bisogno di sapere che ci sono vicini di casa disposti a ucciderti per una manciata di euro?

Credo davvero che abbia bisogno di sapere che una ragazza è stata trovata morta in un fiume e non si sa perché?

In che modo potrà accrescere la sua consapevolezza sapere che ci sono mamme e papà che uccidono i loro bambini prima di togliersi la vita?

La risposta che mi sono data è che no, non ha bisogno di sapere tutte queste cose. E con questo non intendo dire che voglio farla crescere in un mondo ovattato fatto di zucchero filato e frutta candita. Della cattiveria del mondo ne parliamo, ma lo facciamo con le parole non con le immagini.

Ho parlato dei miei bambini dei paesi in guerra, ho spiegato loro che quel bambino che ancora non parla bene l’Italiano è scappato da un paese lontano e che ora deve ricostruire qui la sua vita, non ho spiegato loro cosa succede in un paese in guerra, non ce ne è stato bisogno ma ho detto loro che possono regalare un sorriso ad un bambino solo.

Ho spiegato loro che ci sono persone cattive e che devono stare attenti, ma non ho intenzione di dire loro di guardare con soggezione chiunque non conoscono.

Ho detto loro di fidarsi di mamma e papà, della nonna e del nonno. No che ci sono mamme e papà che uccidono i bambini non glielo ho detto. Lo scopriranno di sicuro un giorno ma spero che sia il più tardi possibile. E quando saranno abbastanza grandi da poter metabolizzare la cosa senza avere gli incubi durante la notte, ma forse è una speranza vana: io a 36 anni gli incubi, a sentire certe notizie, li ho ancora adesso...





Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.