Notte in bianco, i deliri di una mamma, quando non si dorme
Gaia, nella sua versione prima infanzia era una bambina con il sonno, come dire, anarchico. Voleva essere cullata (o allattata) per un'intera epoca siderale prima di crollare addormentata, salvo poi svegliarsi ogni 3 minuti e mezzo (tempo stimato per eccesso) per dei motivi sconosciuti.
Gaia non dormiva, ne di giorno ne di notte, a lei piacevano 2 cose:
-
succhiare latte (di produzione materna, direttamente dalla fonte);
-
stare in braccio a noi genitori che, in nessun caso, potevamo metterci in una posizione comoda.
Quando si è genitori alle prime armi (con un insano e profondo bisogno di dormire) non si riesce ad arrendersi al fatto che i bambini a volte non dormono perché... non si sa perché semplicemente non dormono.
Allora si parte con la ricerca di una motivazione e la sua conseguente soluzione.
1. Forse non dorme perché la culla è troppo stretta? Poco importa se è uno scricciolo di cinque chili, pensi di aver trovato la soluzione: montare il lettino. Ma neanche questo funziona, d'altra parte perché dovrebbe? Praticamente dorme nel lettone insieme a voi.
2. Ecco il problema, noi la disturbiamo! Ci rigiriamo nel letto, e per lei che è così piccola il più leggero dei movimenti ha l'effetto di un maremoto. Il Co-sleeping risolverà i nostri problemi.
Qui avevo interpellato il marito per una vera e propria opera architettonica: smonta il lettino, livellalo al nostro letto, togli la sbarra, crea un'imbottitura da mettere sulla giunzione tra i 2 letti... Un lavoro che ha richiesto un intero pomeriggio. Ha funzionato? No.
3. Magari non dorme perché ha freddo. Chiaro no? Con quei pugnetti fuori dalla coperta! E fu così che ho provato a farla dormire con i guanti. Una volta sola. Perché il marito, che aveva conservato una lucidità maggiore della mia mi ha fatto notare che non abitavamo in una ghiacciaia, e che erano millenni che i bambini dormivano felici con i pugnetti all'insù. Ci fosse stata qualche controindicazione l'evoluzione sarebbe corsa ai ripari.
In ogni caso, non ha funzionato.
4. Si sveglia perché ha fame. Ovvio e lampante. Da dirsi: perché non ci hai pensato prima? Che di latte ne avevo in abbondanza era stato appurato dal fatto che la piccola di casa aveva la stazza di un cucciolo di bisonte ipernutrito, ma non ero convinta. Per questo un giorno mi solo munita di tutorial per la spremitura manuale, biberon e biscotti plasmon (si, lo so. Posso avvalermi della momentanea infermità mentale data dalla mancanza di ore di sonno?) e ho provato a placare così il suo appetito notturno. Niente. Ho dovuto arrivare fino allo
5. Svezzamento serale per decidermi a sventolare bandiera bianca.
A forza di tentativi, siamo arrivati ai fatidici 6 mesi, quelli che avrebbero decretato la svolta. Avevo chiesto alla pediatra se potevo iniziare lo svezzamento di sera, invece che a mezzogiorno. Ottenuta la sua approvazione ero sicura di aver trovato la soluzione. Lei avrebbe mangiato, molto, e mi avrebbe regalato finalmente una notte di sonno. No. Niente.
Vista l'inutilità dell'esperimento lo svezzamento è stato spostato a mezzogiorno, orario decisamente più pratico.
E quindi? Quindi un giorno Gaia ha deciso di dormire fino alla mattina dopo, non c'erano state avvisaglie dell'evento, non ha mai dato spiegazioni. Semplicemente era successo. Da quel momento ho capito: con i bambini è inutile insistere, alle cose si arriva per gradi, secondo i loro ritmi, che raramente (leggi MAI) coincidono con i nostri.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.