Come ti trasformo una Barbie
Quando ero piccola, il massimo che si poteva concepire era un taglio di capelli. Non a me, ma alla mia bambola! Salvo poi pentirmi quando mi accorgevo di non essere esattamente un parrucchiere e di aver trasformato la mia “Barbie Magici Capelli” in “Barbie con Alopecia". Ma noi, piccole parrucchere eravamo contente così, provavamo e riprovavamo vagamente stupite dal fatto che i capelli delle nostre bambole non crescevano come i nostri.
Oppure provavamo a truccare le nostre bambole con pennarelli (possibilimente indelebili) grossi quanto il rullo che un pittore usa pere dipingere un muro.
Siamo cresciute, le bambole sono finite in un angolo della nostra memoria salvo poi essere rispolverate una volta diventate mamme.
Solo una cosa: noi abbiamo accantonato delle Barbie con un’espressione candida (e vagamente stordita) e ci siamo ritrovate in negozio a osservare delle inquietanti Bratz dall'espressione arcigna rinchiuse (fortunatamente) nelle loro confezioni di cartone. Trucco che a confronto Jem e le Holograms (modello di trasgressione a cui aspiravamo da bambine) erano delle puritane damine ottocentesche.
Che non sono l’unica a pensarla in questo modo è cosa nota, quello che non sapevo era che è possibile redimere le bambole e renderle più vicine al modello che vogliamo venga presentato alle nostre figlie. Esiste un vero e proprio “movimento” di persone che ridisegnano le bambole.
Non piacerebbe provare anche a voi? Giusto per eliminare il ghigno a quella bambola che vi toglie il sonno durante la notte? A me si ovviamente, solo che reperire informazioni sul “come” non si è altrettanto semplice.
Perché non è che si può entrare in un un motore di ricerca e selezionare “come togliere gli occhi ad una bambola” vero? Ecco io lo ho fatto. E mi sono trovata in mezzo alle istruzioni per costruire una bambolina woodoo.
Però alla fine lo ho scoperto per “struccare” (mai affermazione fu così letterale) una bambola ci vuole l’acetone. Ho resistito alla tentazione di fare una prova sulle bambole di mia figlia, perché ritrovarle improvvisamente senza volto non sarebbe stato bello, ma sto cercando di capire se riesco a trovarne una abbastanza distrutta da essere considerata sacrificabile.
Se togliere è relativamente facile, ridare una faccia purtroppo non lo è altrettanto. Bisogna armarsi di colore acrilico (lo ho), pennelli sottili (posso procurarmeli), mano ferma (ehmm) e doti artistiche non indifferenti (non pervenute).
Ok, non è decisamente un lavoro per me, quindi mi perdo a guardare le opere di chi è capace, e come sempre mi capita in questi casi, provo un pizzico di sana invidia per chi sa trasformare un rifiuto in un piccolo capolavoro.
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.