... E poi tuo figlio di 10 anni apre un blog!

Martedì 08 Settembre 2015

Una serena mattina d’estate mio figlio arriva e mi chiede se può aprire un blog con il suo amico. Ecco, lo sapevo che sarebbe successo. Tu gli dai un dito e loro si prendono un braccio. Gli fai scoprire internet e vogliono aprire un blog. Su cosa poi? Su Clash of Clans. I più fortunati tra voi avranno certo l’onore di conoscere questo meraviglioso videogioco online, in cui ragazzini e non devono costruire il loro villaggio, difenderlo e attaccare altri villaggi per impossessarsi delle risorse altrui. Il tutto tra stregoni, barbari, arcieri e compagnia. Possono anche unirsi in clan in cui i diversi giocatori creano una specie di confederazione armata i diversi villaggi e si aiutano e supportano a vicenda.

Io che i videogiochi glieli concedo col contagocce, a dosi direi omeopatiche, ora che faccio? Il progetto è carino, ben pensato e anche ambizioso. Il blog sostanzialmente vuole essere informativo, insegnare a giocare ma anche diventare punto di riferimento per altri giocatori esperti. Conscia del fatto che a dire no avrei solo portato il pupo a dirmi che sarebbe andato a giocare a Lego dall’amico e avrebbero messo su il blog a casa sua, ho acconsentito, a patto che loro acconsentissero alla mia stretta supervisione. Mio figlio accetta, l’amico dice sì, ma della mia supervisione non sa che farsene, lui che può andare su Youtube e guardare tutti i video che vuole, mentre mio figlio a malapena sa come funziona Youtube.

I marmocchi si mettono nel pc accanto al mio in studio e inizia il loro lavoro. Si iscrivono e aprono su Blogger il loro progetto. Scrivono articoli, pubblicano. Beh, ecco, i temi di italiano effettivamente non hanno mai brillato per la lunghezza e qui si vede, ma sono entusiasti e supereccitati. Il risultato è anche carino.
Ma il tarlo io ce l’ho ancora in testa. È giusto permettere ad un ragazzino di 10 anni di aprirsi un blog, su qualsivoglia argomento? Mi sono fatta una lista dei pro e dei contro, così, tanto per chiarirmi le idee.

Pro

  • Il mio stipendio viene da lì, dal mondo dei blog e del web. Mi vede lavorarci ogni giorno, anche nei weekend, la sera, la mattina, sempre. A volte mi intima di smettere di lavorare e dargli ascolto. Non posso negare che il mondo giri molto intorno al web. Ogni piccola attività ha un suo sito, saper usare lo strumento è fondamentale. Bene, insegnamogli ad usarlo.
  • È uno strumento però infido e pieno di pericoli. Per questo usarlo insieme, impararlo insieme, accompagnarlo in questo mondo è sicuramente più proficuo che negare l’evidenza, dire semplicemente no perché ci fa paura o perché temiamo di non poterlo gestire. Patti chiari amicizia lunga, io parto da lì. Vuoi usarlo? Bene. ma io devo essere lì con te, perché non sai chi c’è dall’altra parte, potrebbe essere chiunque e potrebbe non avere buone intenzioni.
  • Scrivere contenuti per il web forse non è come fare un tema di italiano, ma è sicuramente un buon esercizio. No, non insegna a scrivere come Manzoni, ma insegna a scrivere per il web e nel suo linguaggio.
  • Costruire un blog non è una cosa facile. Ci vuole un progetto e quel progetto va tradotto in pratica. I pensieri e progetti caotici vanno riordinati, catalogati e resi presentabili. Con un po’ di aiuto certo, ma senza tarpare le ali
  • Lavorare ad un blog non è una cosa facile. Richiede tempo, impegno e costanza. Forse questo progetto non durerà a lungo, ma sarà un ottimo esercizio e una lezione di quanto stare al pc non sia sempre un passatempo, ma anche un impegno serio

Contro

  • Il web è pericolo. Il web ci fa paura. Il web lo devi conoscere e lo devi saper gestire se vuoi proteggere tuo figlio. Per questo conviene studiarlo prima di permettere ad un ragazzino di pubblicare se stesso e le sue passioni in un blog. A ragione a volte dobbiamo avere il timore di non saperlo gestire e in quel caso è meglio un no, motivato e ragionato insieme.
  • Perché un bambino di 10 anni vuole aprire un blog? Se glielo chiedete non lo sa o risponderà di getto ‘per diventare famoso’. Ti leggono in tanti, ti mettono mi piace, ti fanno magari qualche commento, diciamolo, anche a noi fa piacere. Ma è sano per un bambino? È giusta questa necessità di esporsi così per ricevere un like?
  • Il rischio maggiore in questa età così delicata di passaggio è che il web diventi per loro il mondo reale, che si chiudano, che rinuncino al contesto di gruppo per il mondo virtuale. E succede, molto spesso, che perdano il senso della realtà e non siano più in grado di uscire da un mondo che in realtà non esiste, che diventa la loro personale distorta realtà e che di questa realtà diventino dipendenti e succubi. Sì, a 10 anni devono giocare in cortile, correre andare in bici, fare uno sport, suonare uno strumento, vedersi con gli amici al parco, apprezzare una giornata nel bosco. Limit, limiti, limiti, questo è il mio mantra.

Una cosa l’ho capita in questi giorni a stretto contatto con due decenni blogger. La loro è una generazione tanto, tanto diversa dalla nostra. Molto più di quanto la nostra lo fosse da quella dei nostri genitori. Hanno dei valori del tutto diversi dai nostri, un modo di vedere il mondo che facciamo fatica a capire. L’abisso tra noi e loro è mille volte più profondo di quello che separava noi dalla generazione precedente, nonostante il ’68 o Madonna o MTV. Le nostre sfide come genitori sono titaniche.

La nostra enorme difficoltà è stare dietro a questa generazione, capirla senza volerla per forza simile alla nostra, perché non lo sarà mai, non può esserlo. Tutto è amplificato, tutto è sempre presente, tu come persona devi essere sempre presente per non essere cancellato, adeguarti alla velocità, ma non alla massa. Siamo davanti ad un egocentrismo portato ai limiti estremi in cui convivono la necessità di una omologazione tecnologica e l’unicità dell’individuo. Devi essere unico, speciale, per poter continuare ad esistere. Gli opposti convivono in un caos primordiale. Loro ci vivono bene, si barcamenano, ma noi? Come ce la caviamo noi?





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Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..