Ehi bimbo! Me lo presti quel gioco?
Ammetto che con Gaia il problema è opposto: lei presta tutto. Quello che non presta lo regala direttamente. Cosa che occasionalmente mi causa un embolo perché “che cavolo ti compro le cose a fare se poi tu le dai in giro?”. E’ nel suo carattere, e tralasciando il succitato embolo la cosa mi riempie anche di orgoglio: mi piace che non sia materialista.
Per dire l'altro giorno c'è stato il mercatino delle quinte nella sua scuola. Ha portato i suoi soldi, si è presa quello che le piaceva. Mi ha raccontato cosa ha preso e perché. Il giorno dopo mi chiama il papà di una sua compagna di classe e mi dice "L. ripete che Gaia le ha dato i soldi per comprare un paio di regalini al mercatino, è vero?" Io casco dalle nuvole, lo chiedo alla diretta interessata e lei candidamente "Eh si mamma! Non ne aveva e bisogna prestarsi le cose tra amici!"
E’ nel suo carattere, non contempla la proprietà privata e vive in un utopico regno in cui la moneta di scambio è il sorriso. L’unica cosa è che mi dispiace per per lei, perché prima o poi le toccherà scoprire che non sono tutti come lei. Prima o poi scoprirà che ci sono persone che si approfitteranno di questo suo modo di essere e ci rimarrà male. Ma so anche che ha il carattere giusto per voltare pagina: ha un carattere solare, non si ferma troppo a rimuginare su quello che è stato
Samuel è diverso, presta e condivide abbastanza volentieri ma pone dei limiti: te lo presto se non ci voglio giocare io. In quel caso t’attacchi.
Quindi? Vi chiederete? Lo scopo di questo articolo è un “caspita che bravi sono i bambini che prestano le cose?” No il contrario. Il preambolo era per dire: non difendo una categoria solo perché ne facciamo parte. I bambini che tengono alle loro cose? Hanno ragione.
Mi oppongo a tutti quei genitori che “Dai presta il tuo gioco” che poi i bambini se lo vedono tornare rotto o rovinato. La generosità non va imposta, va insegnata con l'esempio. Quando è stata l'ultima volta che avete prestato o regalato qualcosa?
Immaginate di essere a casa vostra seduti sul divano, ad un certo punto suona la vicina entra e senza salutare va diretta in cucina a prendere lo zucchero “le serve per la torta” spiega prima di andare via. Dai ammettetelo, che un pochino le scatole girerebbero anche a voi! Perché per un bambino deve per forza essere diverso?
Dal suo punto di vista arriva un bambino estraneo, magari che non ha neanche invitato a casa lui, si sistema in camera sua tirando fuori tutti i giochi. Lui magari sopporta anche, alla fine si diverte pure un pochino, almeno finché non arriva la mamma e dice “Bene,ti sei divertito tutto il giorno, ora rimetti tutto a posto!” Dite la verità che un pochino lo immaginate il vostro bambino che replica “Divertito? Ho fatto da baby sitter ad un casinista che mi ha sfasciato tutte le mie costruzioni Lego e ora mi tocca pure riordinare tutto?"
Stefania D'Elia
Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.
Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.