Basta compiti: pro e contro dei compiti a casa
Si avvicina l’estate. Gli insegnanti iniziano, molto timidamente e anche con una certa preoccupazione, a tastare il terreno su quanti genitori vorranno acquistare i libri per i compiti delle vacanze. Parte la bagarre!
C’è chi li acquista volentieri e chi invece s’indigna, chè l’estate è fatta per riposare dopo tanta fatica. Ma è proprio così? Non è che invece non c’è tempo di fare i compiti? Perché mamma e papà lavorano e i bambini vanno ai centri estivi. Quando non si lavora si va in vacanza, ci mancherebbe altro. Personalmente credo che i compiti estivi, ma anche nei weekend, siano importanti. Non so i vostri figli, ma i miei si resettano in tre mesi!
Campagna Basta compiti: un boom di adesioni
La campagna lanciata dal dirigente scolastico Marco Parodi, con tanto di petizione online ‘Basta compiti!’ ha riscontrato subito un grande successo tra i genitori e anche tra alcuni insegnanti ed ha già raccolto le 15mila firme necessarie.
Tralasciando il fatto che le petizioni su Change.org a mio avviso lasciano il tempo che trovano e non ne capisco davvero l’utilità, questa è una di quelle che scatenano furenti litigate nei gruppi di genitori, su forum, gruppi Facebook e pure in classe.
Secondo Il dirigente scolastico di Genova infatti i compiti a casa sono dannosi, inutili, creano repulsione verso lo studio e disparità. Ma io mi chiedo ancora…siamo sicuri? Nessuno studente ha mai amato i compiti a casa, questo è universalmente riconosciuto. Non per questo, quando andavamo a scuola, noi venivamo esonerati per bontà d’animo dai nostri genitori. E ci rimaneva anche il tempo di giocare e rilassarci.
Quello che invece pare più evidente oggi è una presa di posizione che coinvolge più i genitori che non gli studenti. A ragione o a torto. Il tempo che si passa insieme è sempre meno, il tempo libero diventa un bene sempre più prezioso e si vuole passarlo insieme.
In un articolo de Il Fatto Quotidiano Alex Corlazzoli scrive: “Per le vacanze son solito far scrivere sul diario: “Viaggiate! Viaggiate! Viaggiate! Leggete un libro, andate a vedere una mostra e un bel film”.
La cultura è il vero compito da eseguire sempre, ogni giorno, con gioia, tutti insieme. Ma anche un po’ di compiti male non fanno.
I punti della petizione “Basta compiti”
La petizione “Basta compiti” è chiara e articolata. Ecco quali sono i punti esposti da Parodi e perché, secondo me, sono opinabili.
- Sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche...) hanno durata brevissima: non "insegnano", non lasciano il "segno"; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione; non si tratta solo di nozioni ingurgitate, ma anche di esercizio. Prendiamo la matematica, non è solo esercizio di memoria, ma anche ragionamento, logica. E comunque allenare la memoria non è mica così negativo.
- Sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio; perché gli studenti ‘diversamente dotati’ (orribile definizione) devono sentirsi umiliati? Il problema è nei compiti? O nell’incapacità di gestire situazioni diverse in modi alternativi?
- Sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l'ingiustizia già sofferta; ecco questa fatico a comprenderla. Io non sono mai stata aiutata nei compiti, i compiti assegnati devono (e molto spesso lo sono) essere commisurati alla capacità dello studente. Riguardano argomenti già ampiamente trattati e quindi conosciuti. Quando non vengono compresi o eseguiti gli studenti ‘svantaggiati’ devono trovare nell’insegnante un sostegno e non solo e sempre una punizione, quando si tratta di una difficoltà e non di poca voglia.
- sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori - e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”; vogliamo parlare delle attività extrascolastiche? Quante ne fanno i nostri figli? Tornano a casa dopo 8 ore e devono fare merenda al volo per poi andare a musica, calcio, teatro,…
- sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa); i genitori non devono sostituire gli insegnanti. I bambini devono essere in grado di fare i compiti da soli, di cavarsela da soli con quanto hanno appreso. I genitori devono controllare che i compiti siano stati eseguiti, non che siano giusti. Figuriamoci poi se devono farli loro al posto dei pargoli! Non esiste.
- sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport...), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa; parliamo di bambini o di supergeni da coltivare? I compiti a casa, finora, quindi alla scuola elementare, a noi hanno occupato circa 2-3 ore a settimana, raramente di più. In estate la regola in casa è: fai due pagine al giorno! Davvero impediscono di fare altre attività?
- sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni...) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente; la gestione dei compiti, o la mancata gestione, o la gestione conflittuale dei compiti non giustifica l’abolizione dei compiti. Forse siamo noi genitori a dover adottare un atteggiamento più rilassato (e qualche volta a lasciare che i 'piccoli' se la sbrighino da soli con ciò che non hanno fatto o fatto male)
- sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l'integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche. Con un organizzazione casa-scuola più puntuale i bambini non sono costretti a portare grossi pesi, basta un po’ di attenzione e un’organizzazione dell’orario scolastico più puntuale.
Ma questo è solo il mio pensiero
Insomma, ai compiti siamo sopravvissuti tutti, e avevamo pure il tempo di svagarci. Si andava a scuola per meno ore? Sì è vero. Ma c’era anche meno competizione, si facevano meno attività extrascolastiche, che ora sembrano irrinunciabili, quasi che quello ‘svantaggiato’ è proprio il bambino che non le frequenta.
Il problema, quello vero, è che nonostante in Italia si diano più compiti a casa che nel resto dei paesi europei, rimaniamo comunque il fanalino di coda quanto a istruzione. Non è che il problema è altrove?
I fondi per la cultura e la scuola sono in caduta libera. Adulti e bambini leggono pochissimo, ancor meno visitano mostre, musei, siti archeologici. Il sostegno alle situazioni svantaggiate è pressochè inesistente. Gli insegnanti si trovano nel marasma completamente disarmati e pure un po’ frustrati, avendo a che fare spesso con genitori iperprotettivi che difendono i figli anche di fronte all’indifendibile.
Davvero…il problema sono i compiti a casa? Togliendoli quali di questi problemi risolveremmo? Voi cosa ne pensate? Siete pro o contro i compiti a casa?
Annalisa Aloisi
Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.
Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..