Makula, un nuovo modo di vivere la scuola

Mercoledì 15 Giugno 2016

Makula scuola parentale VareseL’istruzione dei nostri figli è una delle cose più importanti. Ed è spesso quella che ci mette più alla prova. A volte con i bambini, a volte con gli insegnanti. Siamo bombardati da teorie pedagogiche diverse e a volte contrastanti.

Ma e se fossimo noi genitori a prenderci la responsabilità diretta e completa dell’istruzione dei nostri ragazzi? Lo hanno fatto un gruppo di genitori di Varese che, usciti da un’esperienza didattica profondamente attenta ai bambini come persone e non solo come alunni, hanno deciso di portare avanti un progetto ambizioso anche per le scuole medie.

È Makula, la scuola media parentale di Varese, uno dei progetti più interessanti in Italia. Ne ho parlato con Patrizia Salvemini, uno dei genitori che hanno creato e stanno portando avanti questo nuovo modo di vivere la scuola.

Makula, cos’è, chi sono i promotori, perché è nata?

Makula indica un gruppo di genitori in uscita da un percorso didattico di metodo, quello Montessori, scelto per i propri figli sin dai primi anni della scuola materna, In tutti questi anni si è consolidato il desiderio di continuare e di ampliare i confini del percorso formativo, affiché si possa garantire loro gli stessi stimoli per il processo di apprendimento e favorire la formazione dell'individuo che ogni bambino già porta in sé.

 

Cos’è una scuola parentale?

La legge consente la scuola parentale. Cioè genitori che si assumono direttamente la responsabilità dell'istruzione dei propri figli garantendo l'assolvimento dell’obbligo scolastico. La Costituzione Italiana dispone, a tal proposito, con l’articolo 34 che “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita” non specificando che debba essere impartita dalla scuola. Il concetto è ribadito anche nell’articolo 30 che recita “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio” che pone l’accento sulla responsabilità genitoriale dell’istruzione dei figli. Quindi si può praticare l’istruzione parentale senza violare la legge anche se la scuola, e in particolare ai dirigenti scolastici, spetta il dovere di vigilare sull’effettivo adempimento di tale istruzione.

Mi hai detto che non si applica precisamente il metodo montessoriano, ma una filosofia di ‘pedagogia attiva’, cosa significa?

La pedagogia attiva, o non direttiva, prevede che ogni ragazzo sia protagonista del proprio processo di apprendimento, e non si ponga come ricevente passivo dell'azione di un adulto. Con questo tipo di approccio si crea un ambiente facilitante alla già presente necessità di agire sulla realtà che il giovane studente ha e di assimilarla secondo la propria personalità e le proprie caratteristiche. La relazione tra studente e insegnante cresce quindi in una cornice di ascolto e di rispetto. Questi concetti sono stati promossi da numerosi pedagogisti: "Ecco i principi alternativi a quelli della scuola autoritaria: le attività motivate all'interesse invece che al voto, la collaborazione al posto della competizione, il recupero invece della selezione, l'atteggiamento critico invece della ricezione passiva, la norma che nasce dal basso come esigenza comunitaria invece dell'imposizione (cit. Mario Lodi).

scuola media parentale

Offerta formativa e offerta didattica sono concetti troppo ristretti per la vostra concezione di scuola, mi piace molto la definizione che si da nel sito di ‘mappa dei saperi’ che da questo senso di libertà esplorativa che bambini e ragazzini hanno innata e che poi perdiamo crescendo, almeno molti di noi, così come gli ‘atelier e progetti speciali’. Ce li spieghi?

Si vuole offrire una nuova idea del "sapere". Il "sapere" come punto di partenza, un percorso che ha un inizio e che apre sempre nuovi scenari offrendo al ragazzo gli strumenti per orientarsi puntando sulla già presente curiosità, voglia di esplorare, impulso alla crescita e scoperta.

La filosofia come materia scolastica alle medie, molti la considererebbero una materia troppo impegnativa, invece…?

La filosofia è da intendersi non come acquisizione delle conoscenze dottrinarie della filosofia, ma come spunto per acquisire nel tempo una metodologia e un approccio al senso critico e alla lettura della realtà. Partendo anche quì dalla naturale inclinazione del ragazzo al porsi le grandi domande della vita.

Compiti e voti sono i temi caldi di questo periodo dell’anno. Siamo a ridosso delle pagelle e dei compiti per l’estate. C’è chi sostiene la petizione "Basta compiti!" Chi invece ritiene che i compiti in fondo male non fanno, chi vorrebbe eliminare i voti e i giudizi dalla scuola (in Alto Adige lo hanno proposto) e chi lo considera assurdo. Voi cosa ne pensate? Il vostro approccio invece mi sembra più responsabilizzante verso il ragazzo o la ragazza che è ancora una volta il protagonista assoluto del suo apprendimento.

L'esperienza in un contesto di apprendimento come quello vissuto nella scuola Montessori ci ha concretamente dimostrato della non necessità dei "compiti a casa". Il ragazzo trova, elabora, scopre strumenti (libri, e ogni altro tipo di strumenti di lavoro) di ricerca che gli consentano di arricchire e approfondire i "concetti" relativi alle diverse aree: scienza, matematica, italiano, storia. Non c'è quindi un "pensiero" sui compiti, un'opinione, ma una diretta e concreta esperienza. Possiamo dire aver preso atto che i "compiti" non sono necessari. Il più delle volte chi ne afferma la validità non ha fatto esperienza di una modalità diversa di studio. L'alunno grazie all'assenza di un voto e di un giudizio (strumento che più viene vissuto come di misura del proprio valore) ha la possibilità di sperimentarsi in un ambiente che non lo definisce come persona ma che lo facilita a prendere coscienza delle proprie potenzialità. Questo progetto nasce perchè sentiamo, come individui prima e come genitori oggi, la responsabilità di offrire ai ragazzi una dimensione di crescita che favorisca le grandi potenzialità che già sono presenti in loro. L'esperienza formativa, culturale non può e non deve sostituirsi alle caratteristiche peculiari e individuali presenti, men che meno castrarle attraverso meri giudizi di valore, ma dev'essere solo uno strumento che ne faciliti la loro massima espressione.

didattica parentale

Un nuovo modo di pensare la scuola, di pensare l’istruzione, partendo dalle capacità di pensiero critico indipendente e di autodeterminazione dei ragazzi, che è profondamente lontana dalle realtà con cui spesso ci rapportiamo ogni giorno.

Vuoi ulteriori informazioni? Contatta Makula, scuola media parentale, c/o Associazione culturale Solevoci in Via Sacco, 10 a Varese o invia una mail a makula.scuolaparentale@gmail.com, per qualsiasi informazione su percorsi didattici, offerte formative, costi e tanto altro.


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Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..