5 ottimi motivi per non aiutare i bambini nei compiti
Come sono andati i compiti estivi? Uno strazio? Fatti all’ultimo secondo? Finiti ancora a luglio? Litigi quotidiani? Neppure iniziati? C’è chi è contrario e chi non vuole che i pupi si resettino durante le vacanze estive, chi li affronta come una guerra e chi lascia correre.
Inizia la scuola, tornano i compiti a casa.
I compiti estivi però ora sono un ricordo. E iniziano i compiti veri e propri. Come gestirli? Se le maestre da un lato vorrebbero che i bambini fossero autonomi e li facessero da soli, noi genitori ci sentiamo in dovere di volteggiare sopra le loro teste per tutto il pomeriggio, perché altrimenti non concludono niente, perché si perdono, per dargli una mano se serve,… Ma è giusto?
Personalmente ho aiutato raramente i miei figli nei compiti. Ho avuto anche la fortuna che fossero sempre stati piuttosto indipendenti. Ci sono stati momenti in cui però mi sono anche resa conto che aver mollato il controllo li ha resi poco attenti (ho visto quaderni che voi umani…). In quel caso sono intervenuta, magari facendo rifare completamente la pagina, effettivamente. Le nostre maestre dal canto loro, ci hanno sempre dissuaso, sia dall’aiuto diretto, che da un intervento ‘punitivo’ come far rifare una pagina disordinata. Perché?
5 motivi per non intervenire nei compiti a casa dei nostri figli
- Fare i compiti a casa da soli gli permette di mettersi alla prova con ciò che hanno imparato a scuola. Se sono stati attenti la soddisfazione di risolvere problemi e completare esercizi li spronerà ancora, se invece sbaglieranno qualcosa sarà la maestra ad occuparsene, così che si possa rendere conto anche lei di dove sono le loro difficoltà.
- Fare i compiti da soli gli permette di sviluppare autonomia e organizzazione. A volte ci vuole tempo (molto tempo), a volte no. L’importante è che sviluppino un loro metodo organizzativo prima e di studio poi, che segua le loro inclinazioni.
- Le metodologie di insegnamento sono cambiate radicalmente da quando andavamo a scuola noi. Me ne rendo conto ogni volta che cerco di spiegare ai miei figli qualcosa che non hanno capito bene. La mia spiegazione non coincide mai con quella della maestra. Il rischio è di confonderli ancora di più. È importante allora spingere i bambini a non avere paura di chiedere ulteriori spiegazioni all’insegnante.
- Evitiamo stress e litigi. Ma quanto può diventare lungo un pomeriggio passato a fare i compiti insieme? E qui non entro manco nel dettaglio che siamo tutti nella stessa barca…
- “Mamma, non l’ho capito! Mi aiuti?”. E chi resiste a questa richiesta? Ma davvero non l’ha capito? O forse non è attento quando legge la consegna dell’esercizio? Una recente ricerca dimostra che i bambini oggi fanno molta più fatica a comprendere le consegne degli esercizi scolastici perché il loro livello di attenzione è tarato su canali di comunicazione molto più veloci, quelli di pc, smartphone e web. Durante la lettura saltano parole, righe, non comprendono a pieno il significato di ciò che leggono…ma di questo parleremo prossimamente. La cosa migliore da fare è proporre di rileggere con attenzione la consegna e far esporre a loro l’esercizio per come lo farebbero. Nel 90% dei casi sanno perfettamente cosa fare. Vero che succede anche a voi?
Io da ragazzina dovevo sempre aiutare mio fratello e i miei cugini. Sarà per quello che oggi ho un certo rifiuto verso i compiti dei miei figli. Lasciarli fare da soli è per me una soluzione estremamente comoda, diciamolo. Chiaro, ci sono casi in cui questo non è possibile, ci sono bambini che necessitano di un aiuto costante e della pazienza di Giobbe, ma questa è un’altra storia.
Voi riuscite a non intervenire?
Annalisa Aloisi
Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.
Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..