Lettere alle maestre: ora basta
Facebook è invaso da foto di lettere di genitori indignati a povere maestre vittime di cyberbullismo. Cara maestra, mio figlio non ha fatto i compiti perché… fino ad arrivare alle parodie e alle risposte ironiche delle maestre. Insomma, una guerra combattuta a suon di carta, penna e smartphone.
La moda del momento: fare la guerra ai compiti
Perché di moda si tratta. Io non sono per principio favorevole o contraria ai compiti. Credo che la situazione vada valutata. Ci sono buoni motivi per dare dei compiti a casa. Ci sono buoni motivi per lasciare che i bambini dopo 8 ore di scuola si rilassino.
Poi parlo con chi questo lavoro lo fa da anni, le maestre, e mi rendo conto che le maestre questo lo sanno perfettamente (sono mamme anche loro) e che non si sognerebbero mai, a parte casi patologici, di caricare i bambini alle 5 del pomeriggio per la mattina dopo, né alle elementari e neppure alle medie.
Questi genitori grafomani hanno parlato con le maestre? Le hanno ascoltate alle riunioni? I compiti sono davvero così tanti? Io non so. Sento genitori raccontare di decine di pagine da studiare per il giorno dopo, ma mi vengono dei dubbi. Forse erano da studiare da qualche giorno? Forse il bambino non si è organizzato bene? Forse non è stato controllato?
Una mamma mi ha raccontato che il suo pargolo di terza elementare aveva ben 30 temi da scrivere nel corso dell’estate e un libro dei compiti alto 2 centimetri. Non credo neppure che li facciano… forse stiamo esasperando una situazione che ha del ridicolo. Io di compiti non sono mai morta. E vedo che i miei figli non passano l’intero weekend sui libri. Ma neppure si sono rovinati l’estate.
Cara maestra ti scrivo, così mi rilasso un po’...
Molti prima di me hanno già disquisito sull’opportunità di cambiare registro, perché questo atteggiamento deresponsabilizza i bambini e li giustifica in maniera del tutto inappropriata e diseducativa.
Sei contrario ai compiti? C’è modo e modo di esprimere il tuo pensiero. Quello che coinvolge il bambino nella ribellione non è certo il più maturo che abbiamo a disposizione. Ma forse, a volte, c’è dell’astio verso una maestra in particolare e ogni cosa che dice o fa suscita scandalo, anche quando fa solo il suo lavoro.
Forse c’è solo un puerile bisogno di protagonismo, di fare la voce fuori dal coro, che ormai fa parte a sua volta di un coro. Forse c’è bisogno di maturare ancora un po’, che il periodo dell’adolescenza e della ribellione è passato.
Sia chiaro, non dico che si non si possa imparare anche senza compiti a casa. Ci sono fulgidi esempi educativi, come Makula, la scuola parentale in provincia di Varese, che dimostrano che si può imparare con grande e maggior profitto anche senza compiti a casa.
Dico solo che affidare la comunicazione ad una lettera provocatoria pubblicata poi in rete non è una mossa lungimirante, che rispondere con le parodie a quelle lettere alimenta una polemica infinita. Dico che forse la dovremmo chiudere lì, pensare all’educazione, quella vera, dei nostri bambini, al sistema scolastico che non funziona più, a metodologie di insegnamento che stanno a fatica al passo con i tempi e i bambini.
Dico che forse dovremmo stare anche noi al passo con i nostri figli, senza abbandonare ragazzini ancora impreparati emotivamente al loro gruppo whatsapp, senza rifiutare queste tecnologie solo perché non le conosciamo, ma entrarci dentro, studiare anche noi, per seguirli, se non possiamo stare al passo. Studiare insieme a loro per accompagnarli sulla strada verso la loro personalissima e unica felicità, che, volenti o nolenti, passa anche dalla scuola, con i suoi difetti e le sue lacune.
E tu cosa ne pensi?
Annalisa Aloisi
Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.
Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..