Reduce, reuse, recycle: l'economia circolare è il futuro
È di 93 miliardi di tonnellate il quantitativo di materie prime (minerali, combustibili fossili, metalli e biomassa) consumate ogni anno dall’economia mondiale, riporta il Corriere della Sera di qualche giorno fa.
Ecco perché non possiamo più continuare a servirci senza scrupolo delle risorse del pianeta producendo quantità abnormi di scarti, ma dobbiamo dirigerci con urgenza verso un nuovo sistema, che naturalmente va accompagnato da una diversa visione del mondo. L'economia circolare rappresenta un sistema sostenibile e attento non solo al presente, ma anche al futuro del pianeta.
Che cos’è l’economia circolare?
Economia circolare è un termine che definisce un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. Questo significa che, quando usiamo questa espressione, ci riferiamo ad un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in più cicli produttivi, in modo da allungare la loro vita e la loro utilità. L’economia circolare si basa su due principi fondamentali:
1. Ridurre la generazione di prodotti e servizi resa possibile dall’impiego di materie prime.
2. Riutilizzare i prodotti che già sono in circolazione, o alcune loro parti, reinserendo nella biosfera quelli biologici e rivalorizzando quelli tecnici o artificiali.
Così facendo è possibile abbassare al minimo gli sprechi e creare un mercato di prodotti riciclati, questo significa che non solo le singole persone ma anche le industrie e i negozi possono proporre oggetti e fabbricati a basso impatto ambientale.
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Secondamano: quali vantaggi per l'ambiente?
Tralasciando per un momento il discorso riguardante le energie, vediamo quali sono i vantaggi del riciclo degli oggetti, rappresentato dallo scambio o da vendita-acquisto di articoli di secondamano:
1. Si tratta di un economia a km 0. Nei negozi di secondamano e nei mercatini tutto arriva dai cittadini di un territorio e viene redistribuito ad altri dello stesso territorio. Il flusso è quindi perfettamente circolare, sociale, territoriale, poco inquinante anche a livello di trasporti.
2. Viene ridotta l’emissione di anidride carbonica e di altre sostanze tossiche, pensiamo ad esempio ai rifiuti di elettronica o agli elettrodomestici. Allungare il loro ciclo vitale significa non scartarli prima che siano del tempo, diminuendo il numero di rifiuti inquinanti.
3. Cambia la nostra visione del mondo e il nostro modo di collocarci all’interno degli ecosistemi. Avvicinandoci all’economia circolare impariamo a percepirci come responsabili delle nostre azioni, in relazione con la natura e anche in armonia con essa.
4. Possiamo collaborare ad un ripensamento radicale del modello produttivo classico, basato sullo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali che, dopo essere state trasformate in prodotti e consumate, vengono gettate via.
5. Passare di persona in persona molti oggetti di uso quotidiano, come l'abbigliamento, i mobili, le attrezzature per bambini, provoca indirettamente un ridimensionamento dei nostri bisogni, razionalizzandoli e rendendoli più vicini alla realtà. Di conseguenza si possono diminuire anche i consumi.
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