Rilassarsi con il punto croce
Quando ho iniziato a lavorare nell'azienda dove mi trovo ancora oggi, ho conosciuto una collega (anzi direi un'amica) con la quale dividevo l'ufficio che un giorno mi ha mostrato i lavori da lei realizzati a punto croce.
Sono subito rimasta attratta da questa tecnica forse perchè quando ero piccolina ho frequentato le elementari dalle suore e li ho iniziato a realizzare qualche oggetto con ago e filo (non ricordo più il nome del punto utilizzato per la personalizzazione di questi oggetti, ma so che campeggiano ancora in qualche cassetto a casa di mia mamma). Così quando ho visto cosa la mia collega aveva realizzato a punto croce ho pensato di provarci anch'io.
Cosa si deve fare per lavorare a punto croce?
Imparare a ricamare è molto semplice si prende lo schema di un disegno che piace (in internet se ne trovano un sacco) e da li si parte. Per prima cosa si contano i quadretti del disegno e poi quelli della tela Aida (che è il tipo di tela che si usa per il ricamo a punto croce). Io di solito inizio dal centro del disegno in modo da cercare di realizzarlo anche al centro dello spazio della tela che ho a disposizione. Poi si comincia a ricamare. Il consiglio che mi è stato dato quando ho iniziato è stato quello di partire da lavoretti semplici (tipo un bavaglino o un asciugamano) e di scegliere disegni poco complicati e con pochi colori perchè permettono di fare esperienza in poco tempo. Io ho seguito questo consiglio solo in parte perchè se è vero che sono partita con il realizzare degli oggetti per la cucina (strofinacci, guanti da forno...), ad un certo punto mi sono imbattuta in un disegno che rappresentava una fattoria che mi è subito piaciuto un sacco e ho voluto provare a realizzarlo.
A posteriori devo dire che è stata un'idea malsana, visto che prevedeva l'utilizzo di un sacco di colori e il disegno era molto grosso, penso che per realizzarlo ci avrò messo almeno un paio d'anni. Non è che sono lenta (o forse si...) ma io ricamo prevalentemente nelle stagioni in cui c'è più luce, quindi praticamente solo in primavera e estate, così i tempi si allungano! Però alla fine ne è uscito un bel quadro che a distanza di anni campeggia ancora sul muro della cucina dei miei genitori. Poi per fortuna sono tornata sulla "retta via" dedicandomi agli oggetti per bambini e così ho iniziato a ricamare bavaglie, asciugamani, ecc. per le mie amiche che diventavano mamme.
Quando sono rimasta incinta sono andata nel mio negozio di fiducia e ho comprato un grosso accapatoio a triangolo (di quelli che si usano per il bagnetto nei primi mesi di vita di un bambino) e l'ho personalizzato ricamando il nome di mia figlia. Poi sono pasata a dedicarmi alle bavaglie e da qualche mese a questa parte ho iniziato con gli asciugamanini. Amo ricamare perchè lo considero un'attività molto rilassante e lo consiglio a tutte le persone che apprezzano gli ogetti che personalizzo (se potessi lo farei diventare un lavoro a tutti gli effetti).
Certo ci vuole una buona dose di concentrazione e attenzione e con un bambino che ti gira intorno non è poi così facile perchè nel momento stesso in cui ci si appresta a ricamare il bimbo/a si avvicina e inizia a chiedere cosa state facendo (almeno nel mio caso è così), poi cerca di rubarvi il filo che si sta utilizzando (ovviamente riempendolo di nodi), poi vuole provare ad imitarvi...date queste premesse può sembrare un pò strano che io la consideri un'attività che rilassa, ma per me è così! Quando ricamo la mia mente si abbandona, si concentra sul lavoro che sto realizzando e per un'oretta non pensa più a niente (Pupa a parte...).
Laura Zampella
Mamma di due piccole pesti, blogger e moglie. Sono curiosa e testarda, la maternità mi ha dato una marcia in più motivo per il quale è nato il mio blog che trae spunto principalmente da ciò che vivo con le mie figlie.
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