Il concetto mammesco di tempo
Una delle cose fondamentali della vita è il concetto di tempo. Qualcosa che scandisce l'esistenza e che viene recepito nel più relativo dei modi, in base a tante varianti che si susseguono più o meno lentamente.
Si passa dal tempo che non passa mai quando siamo bambini, al tempo dell'azione, dei silenzi, delle riflessioni, del 'cazzeggio', che va dall'adolescenza e prosegue per tutto un bel periodo di durata variabile, fino ad arrivare al tempo degli adulti, quello che non basta mai e che è sempre troppo poco. Ancora non so se poi, nella terza età, si ritorna a rallentare e ad assaporare gli istanti come non siamo più abituati, ma quello che so con precisione è che, se sei mamma, il concetto di tempo si accorcia ancora di più del resto della popolazione adulta non figliata.
Il tempo delle mamme è qualcosa di davvero fugace e, nello stesso tempo, pieno zeppo di impegni: si tratta di un tempo 'verticale', che può essere considerato quello della giornata, e di un tempo 'orizzontale' che è quello che inizia il giorno in cui esci dalla sala parto.
Il primo, quello della giornata, è quello dell'organizzazione ed è un argomento che davvero ci tocca tutte e con cui combattiamo perennemente. Il secondo, il concetto di tempo inteso come 'variatio' dallo status di non madre a quello di madre, è quello che ogni tanto ci sovviene come nostalgica presa di coscienza.
Essere mamma è, secondo me, una delle esperienze più belle e più essenziali della vita di una donna, qualcosa che davvero completa il nostro essere e che ci fa evolvere da bruchi a farfalle, rinascendo a nuova vita insieme ai figli.
Cos'è che manca in questa idilliaca visione? Di certo il tempo da concedere al 'bruco' che siamo state, alla parte non mammesca di noi, che, come il fanciullino di pascoliana memoria, rimane nascosta in un angolino, pronta a saltare fuori all'occasione. Parlo di quel lato del nostro carattere che ci catapulta indietro a quando eravamo ventenni, oppure a quando eravamo universitarie, oppure single agguerrite, o a qualsiasi situazione in cui le uniche a cui dover rendere conto di ogni azione eravamo solo noi stesse.
Ecco, forse è questa la cosa principale che ti manca quando diventi madre: per quanto tu possa affannarti per mantenere una vita anche senza famiglia al seguito, con serate dedicate alle amiche e sani stacchi per respirare un po', quello che non tornerà più è un certo tipo di leggerezza del pensiero.
Niente di grave, per carità: nella maggior parte dei casi si risolve in una bella telefonata con la migliore amica a sghignazzare delle eroiche imprese passate (perché poi, se non hai rimpianti, è bello viversi ogni fase senza rimanerci invischiate e guardare sempre avanti), ma da queste considerazioni credo che possa nascere un consiglio: per Natale, per una ricorrenza, per un compleanno, o solo per una sorpresa, sapete cosa potete regalare ad una mamma? Del tempo solamente per sé, da spendere rigorosamente in attività assolutamente autoreferenziali: fare un viaggio in macchina con lo stereo a tutto volume, andare a vedere una mostra, andare al cinema, andare a vedere il mare o altre amenità di questo tipo, perché credo che quello che manca principalmente ad una mamma sia il tempo per fermarsi a riflettere e a stare con se stesse, un tempo rigenerante e salutare, troppo spesso rimandato per altre priorità.
In conclusione, credo che sia davvero un bene uscire momentaneamente dal ruolo attuale per rientrarci con più forza e convinzione, spolverandosi di dosso un po' di routine e riscoprendosi splendide donne, che sapranno dare ai figli anche un esempio positivo di come ci si debba voler bene, per poter amare a pieno la vita e gli altri.
Silvia Alessandrini Calisti
Sono mamma, web writer, ex bibliotecaria; amo conoscere cose, persone, situazioni e mettermi in gioco ogni giorno.
Nel magazine di Baby Bazar parlerò di percorsi della maternità a metà strada tra vita reale e web. Argomenti di cui parlo anche nel blog che curo: Club delle mamme Marchigiane.