Racconti in sala parto: la nascita di Davide
In tre anni non so quante volte l'avrò raccontata, e tutte le volte sempre in maniera diversa. Alla fine sono le emozioni quelle difficili da tirare fuori.
Davide non è nato in ospedale ma in " Casa maternità. E' una struttura privata gestita da ostetriche professioniste che offre una serie di servizi per chi diventa genitore (corsi preparto, corsi in piscina, pavimento pelvico), assistenza durante il parto a casa, in ospedale o presso la loro struttura e assistenza durante puerperio.
Ho conosciuto questo centro intorno al 5° mese di gravidanza dopo una serie di svenimenti e approcci negativi avuti in vari ospedali lombardi. Volevo avere un supporto durante il travaglio, oltre a mio marito. Abbiamo avuto 4 mesi per conoscere a fondo le persone che avrebbero fatto nascere Davide e per decidere che, se il parto fosse stato fisiologico, sarebbe avvenuto nella loro struttura, in alternativa, saremmo andati all'ospedale di Erba che dista 5 minuti.
Dopo una bella giornata di vento passata a Lecco, la sera, mentre spadellavo e stiravo ho cominciato ad avere strani dolorini e qualche perdita rossa. Ho sentito subito una delle ostetriche che mi ha detto che ci saremmo risentite dopo un'oretta. A quel punto i dolorini si sono trasformati in prime contrazioni e l'emozione si è trasformata in una sorta di ansia. Mi sono fatta una bella doccia calda e siamo rimasti a casa fin verso le 3.30, ora in cui sono stata obbligata dal marito a partire verso Merone.
Arrivati in casa maternità avevo già una buona dilatazione e l'ansia si è trasformata in concentrazione. Eravamo solo noi: io, mio marito, il nostro bimbo e le due ostetriche, in un ambiente silenzioso, con una sola piccola luce accesa. Ho avuto la possibilità di muovermi come volevo e l'unico fastidio è stato il monitoraggio che dovevo fare ogni tot (non ricordo ogni quanto).
Davide è nato alle 7.20 di mattina non era molto grande, pesava 2.850 kg, era bello lungo e aveva due occhietti già belli vispi. Siamo rimasti in casa maternità, tutti insieme (io, Davide e marito), per i 5 giorni successivi, accuditi e riveriti.
Io ho avuto il tempo necessario per avviare un allattamento che, senza il loro aiuto, non sarebbe mai partito, e il tempo per riposarci e ambientarci prima di cominciare una nuova avventura.
Ho avuto la fortuna di avere mio marito a casa per 15 giorni. Quello che ricordo con maggiore gratitudine sono state le visite a casa per tutto il mese successivo. Per me sono state una rassicurazione e un punto di forza, per non lasciarmi prendere dalle mille domande di mamma inesperta.
E' stata un'esperienza meravigliosa dettata da una scelta consapevole.
Valentina Scuteri
Sono Mamma di un monello di 3 anni, moglie di un papi geometra e grafica part-time.
Amo il riciclo creativo, creare semplici progetti a costo zero (o quasi) ed è anche di questo che vorrei parlare nel magazine Baby Bazar. Inoltre, curo il blog:Mami chips & crafts.