Racconti in Sala parto: La nascita di Pupa
Da quando è nata Pupa ho ripensato più volte al momento del parto, non tanto per il dolore provato (chi è mamma sa che è un dolore che, per quanto intenso, si dimentica), quanto alle sensazioni che quell'evento ha generato in me e al fatto che da quel giorno non è nata solo Pupa, ma anche una donna nuova e cioè io.
Credo di poter affermare che il mio parto sia stato abbastanza buono, perché sentendo i racconti (a posteriori ovviamente) di altre amiche che avevano partorito, posso tranquillamente dire di essere stata fortunata! Ma andiamo con ordine: l'arrivo di Pupa era atteso per l'11 novembre. Io non ho mai fatto segreto con nessuno di avere una grossa paura del parto che, ovviamente, con l'avvicinarsi della data tendeva ad aumentare e non certo a diminuire! La fatidica data arriva e di Pupa nemmeno l'ombra.
Avevo iniziato a fare i monitoraggi già da qualche settimana complice un'ecografia fatta un mese prima della data presunta in cui sembrava che Pupa non stesse crescendo (paura smentita per fortuna il giorno seguente) e così da quel giorno il mio ginecologo, per tranquillità, ha ritenuto opportuno che io mi sottoponessi ad un monitoraggio alla settimana. Così quando è arrivata la data presunta io ormai conoscevo tutte le ostetriche ma anche molte mamme che ovviamente nel frattempo avevano dato alla luce i loro piccoli.
Tutta questa attesa credo abbia generato in me ulteriore agitazione che è sfociata in una crisi di pianto il giorno in cui, non potendo andare oltre al termine, mi è stato comunicato che, qualora Pupa non fosse venuta alla luce spontaneamente da lì a un giorno, il giorno successivo sarei dovuta essere ricoverata per indurre il parto. Tutto ciò avveniva di giovedì mattina (era ormai il 19 novembre). Uscita dall'ospedale, dopo una prima crisi di pianto, sono andata in giro per centri commerciali, prima con il Fidanzato, poi, quando lui è dovuto rientrare al lavoro, con un'amica. Risultato? Alla sera ero distrutta ma di Pupa nemmeno l'ombra!
Il giorno seguente era previsto l'ultimo monitoraggio, andiamo in ospedale e ricordo che l'ostetrica che mi ha visitato al termine del monitoraggio mi ha detto: "perché questa bimba dovrebbe avere voglia di nascere? Ha liquido in gran quantità, viene portata in giro e nutrita dalla sua mamma, fuori fa freddo...anch'io me ne starei li dentro ancora per un po'..." e così viene fissato il ricovero per il giorno successivo.
Devo stare a descrivere il mio stato d'animo? Devo dilungarmi nel raccontare che, arrivata a casa, sono salita fino all'ottavo piano per almeno due volte nella speranza che si mettesse in moto qualcosa e che ogni telefonata che ricevevo mi faceva aumentare l'ansia e le lacrime?
Sabato mattina è arrivato dopo una notte molto agitata e praticamente insonne. Facciamo l'accettazione al Pronto Soccorso e via per un altro monitoraggio (ormai mettevo e toglievo quell'aggeggio da sola!). Poi vengo accolta da un'ostetrica molto molto gentile e carina (che è stata con noi tutto i giorno) che ci spiega in cosa consisteva l'induzione: in breve se dopo tre cicli non sarebbe successo niente Pupa sarebbe nata con un cesareo.
Quindi via alla prima induzione, l'umore ormai si era stabilizzato e così per ingannare il tempo tra un controllo e l'altro io e il Fidanzato abbiamo girato per l'ospedale (che essendo molto grande ci ha dato la possibilità di fare un sacco di strada) anche perché in quel modo avrei dovuto facilitare la nascita. Arriva l'ora della seconda induzione ma prima mi viene fatta una visita e la ginecologa di turno constata che era iniziata la dilatazione e così ritiene inutile procedere ad un secondo gel ma preferisce provare a darmi una piccola dose (lei l'ha definita "pediatrica") di ossitocina per vedere come avrebbe reagito il mio fisico.
E così si è "messa in moto la macchina", sono iniziati i dolori, prima lievi e via via più forti, fino ad arrivare alla rottura delle acque e lì si che si che ho iniziato veramente a soffrire! Ma per fortuna nel giro di un paio d'ore Pupa si è finalmente convinta e ha deciso che era arrivato per lei il momento di venire al mondo...
Penso che non dimenticherò mai il momento delle spinte finali e quando la testa ha fatto capolino tra le mie gambe così come non scorderò mai la faccia del Fidanzato quando, dopo il bagnetto, è tornato da me e con le lacrime agli occhi me l'ha fatta vedere e mi ha ricordato che mi amava e che da quel momento eravamo veramente una famiglia....
Laura Zampella
Mamma di due piccole pesti, blogger e moglie. Sono curiosa e testarda, la maternità mi ha dato una marcia in più motivo per il quale è nato il mio blog che trae spunto principalmente da ciò che vivo con le mie figlie.
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