Avremo un bambino: come comportarsi con il gatto?
La presenza di un gatto in casa è spesso fonte di preoccupazione quando ci si accorge di aspettare un bambino. Durante la gravidanza il primo pensiero va alla toxoplasmosi, mentre dopo la nascita del figlio la paura è che il felino possa soffocarlo, piuttosto che graffiarlo magari cavandogli gli occhi.
La soluzione non è sbarazzarsi dell'animale come purtroppo molti ancora fanno ma essere consapevoli che ci troviamo di fronte a un essere vivente che ha delle emozioni e prova dei sentimenti (tra cui la gelosia) e quindi cercare di prendere dei piccoli accorgimenti.
Per ciò che riguarda la toxoplasmosi è bene ricordare che la maggior probabilità di contagio è attraverso la carne cruda o poco cotta (soprattutto suino e agnello) e le verdure non lavate accuratamente (specialmente quelle a foglia larga) mentre l'unico modo di essere contagiati da un gatto è quello di toccare le feci (o la terra o la lettiera) e poi mettersi le mani in bocca.
Ricordiamoci anche che l'animale stesso deve entrare in contatto con il protozoo quindi se il felino vive sempre in casa è difficile che sia infetto.
Comunque basta una visita dal veterinario per escludere il contagio e se si vuole essere tranquille al 1000% basta prendere alcune precauzioni come ad esempio non cambiare la lettiera o cambiarla utilizzando sempre dei guanti di lattice (cosa che molto probabilmente è già un abitudine..).
Quando nasce il bimbo non si deve trascurare il gatto pensando (erroneamente) che tanto è un animale indipendente ed è affezionato alla casa e non al padrone. Non bisogna impedirgli di avvicinarsi al piccolo e annusarlo, ma premiarlo con carezze o un bocconcino appetitoso in modo che associ al nuovo arrivato qualcosa di positivo.
Un altro accorgimento è quello di concentrare la maggior parte delle attenzioni verso il gatto proprio mentre è presente il bimbo o ci si sta occupando di lui. Per evitare che vada a dormire nella culla o nel lettino predisporre una zona tutta sua dove possa dormire e rilassarsi (ancora prima della nascita) e dove possa scappare in caso i pianti del bimbo gli diano fastidio (ricordate che anche il gatto ha un udito molto sensibile), senza costringerlo, magari tenendolo in braccio, a rimanere.
Man mano che il piccolo di casa cresce insegnargli a interagire con il gatto in modo da non dargli fastidio e abituarlo ad accarezzarlo facendogli fare pratica su un peluche.
In questo periodo di scoperta reciproca e anche successivamente MAI lasciare il bimbo da solo con l'animale, ci deve sempre essere la supervisione di un adulto.
Queste comunque sono solo alcune linee guida, ma è sempre bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia che conosce bene il vostro gatto e quindi potrà consigliare per il meglio.
Daniela Zaina
Sono una "donna tuttofare": moglie e mamma di due meravigliosi bimbi con una fortissima passione per gli animali .
I miei articoli saranno dedicati agli animali, con particolare attenzione al rapporto con i bambini e a come noi adulti dobbiamo educare i nostri figli al rispetto del mondo animale e della natura. Curo il blog Amici degli animali.