Il flusso di coscienza. Letterariamente associato alla moglie del signor Bloom nel capolavoro principale di James Joyce, è un monologo interiore che viene rappresentato così come dovrebbe presentarsi nella mente del protagonista, prima che i pensieri vengano articolati in frasi.
Questa è la sua definizione fino ad un certo punto della vita. Poi fai dei figli e dici addio alle sane nottate di sonno ristoratore che prima ti concedevi se avevi passato una giornata durissima. Da quando si diventa mamme, la prima e più grande rinuncia è quella del riposo, specie notturno, e questa spiacevole condizione dura un numero indefinito di anni, anche quando i figli, ormai adulti, non vivono più con te... ma tu sei talmente abituata, come dice mia mamma, che continui a svegliarti periodicamente.
A questo punto il flusso di coscienza diventa un groviglio di pensieri incespicati, prodotti dal nostro cervello mentre, invece che languire comodamente tra le coltri in attesa del vero risveglio, cerchiamo di arraffare gli occhiali sul comodino e invece ci infiliamo un ciuccio in un occhio, cerchiamo una pantofola sotto al letto o tentiamo di raggiungere il bagno e invece ci infiliamo nell'armadio. Si passa dalle considerazioni sulle ore appena passate a tentativi di inquadrare il presente, senza troppo successo: "Ma quante volte mi sono alzata... Davvero ho dormito con un piede sulla guancia? Mi sa che l'appuntamento di stamattina era stato rimandato/ devo prendere appuntamento dal dentista/ chissà se riuscirò a scongelare la carne entro stasera se la tiro fuori dal frigo adesso/ certo che questo raffreddore non aiuta nessuno/ oddio ma che ho un marito e lui ha dormito tutta la notte senza svegliarsi mai?"
Roba che a raccontarla ad una 'child free' incallita, si rischia il trauma... ma noi lo sappiamo che il gioco vale la candela. Noi abbiamo fatto un figlio e magari anche altri, nonostante questo, ma non significa che non ci rendiamo conto della situazione. Il piatto della bilancia pende tutto dalla parte dei nostri marmocchietti adorabili (anche se, alla luce dell'abat jour a volte assumono il sinistro aspetto della Bambola Assassina), ma certe mattine viene voglia di andare dal copywriter che si è inventato la famiglia del Mulino Bianco e prendersela con lui!
Foto della bimba di Luisa Sorrentino
Silvia Alessandrini Calisti
Sono mamma, web writer, ex bibliotecaria; amo conoscere cose, persone, situazioni e mettermi in gioco ogni giorno.
Nel magazine di Baby Bazar parlerò di percorsi della maternità a metà strada tra vita reale e web. Argomenti di cui parlo anche nel blog che curo: Club delle mamme Marchigiane.