Di cosa ha bisogno una neo mamma
Sono diventata mamma poco più di un mese fa, chi c’è passata sa bene cosa significa questo: un mese di visite di amici e parenti entusiasti che vogliono celebrare l’arrivo del piccolo, lo adorano, lo fotografano con i cellulari, lo cullano. Questo ci fa piacere ma tu, neo mamma, che prima del suo arrivo eri al centro delle attenzioni con un susseguirsi di “ma-come-stai?-come-va-la-panciona?-hai-le-nausee?-cosa-preferisci-mangiare? prego-siediti-qui”, diventi quasi trasparente.
Certo, qualcuno ti chiede com’è andato il parto ma davanti ai dettagli più cruenti tutti preferiscono fare “bubububu” al tuo piccoletto.
Eppure in molti si preoccupano per la neo mamma, solo che danno l'idea di non saper proprio da che parte cominciare. Com’è possibile starle davvero accanto, rendersi davvero utile per lei? Una donna che magari ha ancora i punti di sutura, ha subito un lungo travaglio o un'episiotomia e che comunque è provata da tante ore di notti in bianco, passate a cercare di capire “come funziona ‘sto cosetto” che piange, dorme e fa la cacca.
Ecco qui un piccolo elenco di idee utili per essere davvero di aiuto per una neo mamma, spunti di cui parla anche la mamma blogger Lisa-Jo Baker nel suo sito, a cui ho voluto aggiungere ulteriori consigli.
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Non chiederle di dire se le occorre qualcosa, falla direttamente. Andiamo, lo sapete anche voi che nessuna donna vi chiederà “fai questo” o “fai quello” ma apprezzerà sicuramente la vostra iniziativa se sarete voi a lavare le tazzine del caffè che avete usato per festeggiare il nuovo arrivato o se l’aiuterete con la spesa, comprandole anche cose semplici come pane, latte o un po’ di frutta. Una sola amica (a parte la mia santa mamma) l'ha fatto e io la amo immensamente per questo.
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Andare via quando il bambino si addormenta, così che lei possa riposare. “Approfitta del suo sonno per riposare anche tu, mi raccomando”. Una delle frasi che le neo mamme si sentono ripetere più spesso. Da persone che poi quando lo gnomo si addormenta rimangono lì per ore a chiacchierare degli ultimi gossip ignorando le lacrime di sonno che ti solcano il viso. Lacrime di sangue, per inciso, come la Madonna…
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Dirle cosa vi piace del suo bambino entrando nei dettagli. Sì, anche quando il pargolo, per quanto dolce e tenero e altre meraviglie del genere, somiglia pericolosamente a Bombolo o a Mariangela Fantozzi
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Ricordarle che, prima o poi, arriverà il giorno in cui potrà dormire di nuovo, Una mia amica mamma, dopo aver parlato dei modi in cui avrei potuto far dormire il nanetto ha aggiunto, in conclusione: “…e poi prima o poi si sposerà e andrà via di casa”. Quantomeno c’ho riso sopra.
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Portarle dei pannolini. Fantastiche le torte di pannolini, poi. Belle anche a vedersi, per chi vuole fare un regalo utile ma anche originale. Se qualche mio amico è all’ascolto: sì, siete ancora in tempo a farmene avere una.
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Includere anche lei in una delle 1.000 foto scattate al piccolo. Gli amici continuano a dirmi che mi sono ripresa bene, che “sto una bomba” e così via ma solo raramente immortalano anche me nelle foto al nanetto. Spunto fuori per sbaglio in qualche scatto in cui si vede un mio naso o un orecchio. Sarà un problema di estetica (avranno notato le occhiaie che nessun correttore al mondo potrà nascondere, per esempio?) o è che semplicemente con l’arrivo del piccolo e la scomparsa della panciona sono passata di moda? Prima di partorire tutti volevano farsi le foto con me mentre mi toccavano la pancia. C’è anche chi me l’ha toccata dicendo: “Fammi toccare che porta bene, per chi vuole avere un figlio”, neanche fossi la Madonna di Medjugorje. E ora, invece?
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Essere oneste su quanto la maternità possa essere difficile per tutte le donne. Chissà perché ma alcune mamme che conosco tendono a raccontare i loro primi mesi con il neonato come se avessi davanti le eredi della Montessori. Hanno abituato subito il loro bambino a dormire da solo, non piangere, preparare il caffè la mattina, portare l’auto dal meccanico e stirarsi da solo le tutine. Poi quando tu invece racconti di notti insonni e ore passare a consolare un pianto senza senso, alcune di loro sospirano: “Anche mio figlio era un diavolo. Non dormiva mai se non in braccio a me/vomitava ad ogni poppata/ha pianto per tutto il primo mese di vita”. Dirmelo prima no, eh? Così magari mi sentivo meno sfigata e sola a camminare per ore con lui in braccio cercando di calmarlo.
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Non lasciarla isolata con il bambino ma invitarla comunque a uscire, per farla sentire ancora parte del gruppo. In questo senso devo dire che adoro molti dei nostri amici che ancora continuano a proporci di uscire con loro. Molto spesso accettiamo, anche se in alcuni casi dobbiamo declinare. A questo proposito ne approfitto per dire loro che no, in generale un appuntamento alle undici di sera nel pub in cui fanno le cover degli Iron Maiden non è una proposta “baby friendly”. Ma domenica al barbecue in giardino ci siamo.
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Non raccontarle di neonati che dormono serenamente tutta la notte. Soprattutto se per “tutta la notte” intendi dall’una alle cinque della mattina. Giù la maschera.
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Tenerle il bambino mentre lei si concede (finalmente) una doccia. Non so come funziona per le altre, ma mio figlio ha “il radar”. Dorme in maniera catatonica finché io, anche se distante mille miglia dal suo orecchio e facendolo in punta di piedi, non apro l’acqua della doccia. Perciò sì, è davvero un rimasuglio di rigurgitino quello che vedi tra i miei capelli. E poi, lo confesso, a volte ho sfruttato la disponibilità della mia mamma o di mio marito per starmene chiusa in bagno qualche minuto in più sfogliando qualche rivista o giocando con il cellulare. Fantastici momenti.
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Dirle che non esiste il concetto di “far tutto” e soprattutto di “far tutto perfettamente” E ricordale che “perfezione” è un luogo che si trova solo all’incrocio tra “impossibile” e “frustrazione” nella terra di Neverland.
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Tenerle il bambino mentre lei va a fare la spesa (se non preferisce che siate voi a fare qualche acquisto per lei…) oppure per permetterle di andare dal parrucchiere o anche solo per leggere una rivista. Da quando il mio minuscolo nanerottolo è nato sono riuscita a lasciarlo solo una volta per andare dal parrucchiere sotto casa. Ho letto qualche pagina di un libro mentre qualcuno mi sistemava i capelli e quando sono tornata, nonostante fosse passata solo un’ora e un quarto, avevo la sensazione di essere stata in una Spa per un weekend. Un piccolo gesto per voi è un grande gesto per una neo mamma, spargete la voce.
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Portarle qualche spuntino che potrà consumare in vista della poppata della mezzanotte. Si parla tanto della “fame chimica” come effetto collaterale derivato dall’uso di cannabis ma nessuno ha mai parlato abbastanza della fame devastante che ti dilania quando hai allattato per tutto il giorno un’adorabile idrovora di 54 cm. Masochismo alimentare che mischia dolce e salato tra frigorifero e credenza proprio nel momento in cui pensi di volerti rimettere in forma dopo la gravidanza.
A questa lista aggiungerei:
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ricordarle sempre che, tra tutti i giudizi che si sentirà sparare addosso (oltre ai consigli in buonafede), il parere del suo cuore è l’unico che deve ascoltare. Sarà circondata da una massa di amici, parenti e conoscenti divenuti improvvisamente pedagoghi e pediatri che senza lasciarle finire le frasi scaglieranno i loro verdetti sull’educazione del piccolo arrivato. “Troppo in braccio, lo vizi”, “Non essere fredda, i neonati non hanno vizi ma solo necessità e devono sentirsi protetti. Sei senza cuore a farlo piangere”, “allattalo a richiesta”, “allattalo ogni tre ore”, “Dovete uscire la sera, abituarlo a stare in giro, guarda che vi state isolando”, “ma che lo porti in giro?!? Sei matta?”. E così via. Non siate membri di questo gruppo e cercate di ascoltare cosa ha da dire la mamma in questione, limitandovi semmai a qualche discreto suggerimento.
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Incoraggiarla dicendole che è già sulla buona strada per il recupero del suo peso forma
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Portarle un cofanetto di “Desperate Housewives” da guardare mentre è a casa e magari allatta o culla il bimbo
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Comprarle qualche buon libro divertente e “irriverente" sull’argomento. Uno che le faccia capire che quello che sta attraversando l'hanno già vissuto altre mamme, magari ridendoci sopra. Consiglierei “Quello che le mamme non dicono” di Chiara Cecilia Santamaria, che a me in alcuni casi è servito per alleggerire alcune tensioni.
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Regalarle qualcosa che può aiutarla a conservare i ricordi dei primi giorni con il bimbo. Ad esempio un diario, un kit per prendere l’impronta di mani e piedi del neonato, incorniciare una bella foto del suo piccolino…
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Ascoltare pazientemente le sue paranoie sul bimbo, facendola riflettere ma anche ridendoci sopra. Avrà caldo? Avrà freddo? Avrà mangiato abbastanza? E cosa sono quelle bollicine? Devo proprio farli questi maledetti vaccini?
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Mentire spudoratamente dicendole che il nano le somiglia. Anche se sembra di guardare la fotocopia del padre, trovare anche solo un dettaglio che possa ricordare la donna che si è fatta 40 settimane tra nausee e dolore al nervo sciatico, ore di travaglio e che dovrà non-so-come smaltire i chili in eccesso frutto della dolce attesa (appunto, tra Natale e Pasqua è stata troppo dolce mi sa…). Insomma, fatele pensare che c’è anche un po’ di lei in quel musino di neonato.
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Non portate esempi di mamme vip che un paio di settimane dopo il parto sono tornate gnocche come prima (concedetemi il termine) o che lo erano anche durante l’ottavo mese di gravidanza. Personalmente ho avuto la sfiga di essere incinta insieme a Belen e Shakira e ovviamente mi sono state fatte sventolare sotto il naso foto di entrambe in abiti sexy con un corpo da urlo nonostante la panciona, così come mi vengono sbattute in faccia senza troppa empatia le foto delle suddette star tornate già all’antico splendore.
Ecco, se proprio non avete altri argomenti di conversazione portate qualche foto di Jessica Simpson, che dopo il parto si è ritrovata con 23 kg in eccesso. Quello sì che magari può aiutare.
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